Redazione Calciomercato
Milan, Fonseca non ha migliorato nulla rispetto a Pioli. Ma la colpa non è solo sua
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A fine ottobre, addirittura in anticipo rispetto ad un anno fa, il Milan di Paulo Fonseca rischia di aver compromesso irrimediabilmente le sue ultime chance di entrare nella corsa Scudetto. Seppur con una partita in meno rispetto alle concorrenti, dopo sole 9 partite il ritardo dalla capolista Napoli è di 11 punti; nella passata stagione, la squadra allenata da Stefano Pioli attese l'inizio di dicembre ed impiegò 15 giornate per abdicare definitivamente, perdendo in pieno recupero sul campo dell'Atalanta e finendo sempre a -11 ma dall'Inter di Simone Inzaghi. Numeri impietosi, che da un anno all'altro rimangono inalterati e con l'aggravante di non essere riusciti a risolvere il problema principale evidenziato dall'andamento delle ultime due stagioni: la fase difensiva.
IL MILAN CROLLA CONTRO IL NAPOLI: IL REPORT
Prendendo in considerazione le prime 12 partite ufficiali del Milan, edizione 2024-2025, tra campionato e Champions League sono 16 le reti incassate da Maignan e compagni, con un incremento di 4 rispetto allo stesso numero di gare di un anno fa. Certo, di contro ci sono 4 gol realizzati in più - passando da 16 a 20 – per i quali è semplicemente cambiata la distribuzione. La squadra rossonera non può contare più su un centravanti fatto e finito come Olivier Giroud, visto che Alvaro Morata, per caratteristiche, sta assolvendo principalmente a compiti di raccordo tra il reparto di centrocampo e quello offensivo e si sta spendendo tanto, forse troppo, in fase di non possesso. L'altra grande differenza rispetto alla stagione scorsa è che la quasi totalità dei gol segnati e propiziati è scivolata sulle spalle di Christian Pulisic, che pure nel passato campionato partì alla grande – 4 reti e 2 assist nelle prime 10 giornate di campionato – ma che oggi si sta facendo carico pure di mascherare la scomparsa di Rafa Leao.
MORATA: "CI SONO COSE CHE NON FUNZIONANO"
La scelta dell'estate scorsa del Milan di puntare su un allenatore che privilegiasse maggiormente il controllo del gioco attraverso il possesso palla, piuttosto che affidarsi a rapide transizioni in avanti e affannosi tentativi di correre all'indietro per recuperare, non sta evidentemente pagando. Molti dei calciatori scelti, sulla carta, per favorire le idee di Pioli sono ancora oggi dei punti fermi nella squadra di Fonseca che, al netto del comprensibile tentativo di difendere il suo lavoro, non sta riuscendo ad attecchire col suo credo. Il Milan incassa mediamente gli stessi gol di prima e quelli che realizza in più non stanno spostando nulla in termini di competitività e di classifica. Sarebbe ed è ingeneroso spostare esclusivamente l'attenzione sulle scelte dell'allenatore portoghese che, nella disperata ricerca di un equilibrio di squadra, sta perdendo il contributo di importanti individualità come Theo Hernandez e Leao. Oltre ad aver assistito alla completa scomparsa dai radar di Loftus-Cheek.
IL NAPOLI DI CONTE E' UNO SPETTACOLO, IL MILAN DI FONSECA...
Le difficoltà della squadra rossonera nascono molto più da lontano, da una costruzione e da una progettazione in sede di mercato che non si sta rivelando efficace. I giocatori arrivano prima degli allenatori, che sembrano non avere alcuna voce in capitolo nella scelta dei rinforzi migliori per portare avanti le loro filosofie. Più si guardano le caratteristiche dei difensori centrali, dei centrocampisti e pure degli esterni offensivi del tridente e più ci si rende conto che non siano adatti per le idee di Fonseca come non lo erano per Pioli. A fine ottobre il Milan è quasi fuori dalla corsa Scudetto e le colpe di giocatori e allenatori sembrano essere quello meno evidenti.
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IL MILAN CROLLA CONTRO IL NAPOLI: IL REPORT
Prendendo in considerazione le prime 12 partite ufficiali del Milan, edizione 2024-2025, tra campionato e Champions League sono 16 le reti incassate da Maignan e compagni, con un incremento di 4 rispetto allo stesso numero di gare di un anno fa. Certo, di contro ci sono 4 gol realizzati in più - passando da 16 a 20 – per i quali è semplicemente cambiata la distribuzione. La squadra rossonera non può contare più su un centravanti fatto e finito come Olivier Giroud, visto che Alvaro Morata, per caratteristiche, sta assolvendo principalmente a compiti di raccordo tra il reparto di centrocampo e quello offensivo e si sta spendendo tanto, forse troppo, in fase di non possesso. L'altra grande differenza rispetto alla stagione scorsa è che la quasi totalità dei gol segnati e propiziati è scivolata sulle spalle di Christian Pulisic, che pure nel passato campionato partì alla grande – 4 reti e 2 assist nelle prime 10 giornate di campionato – ma che oggi si sta facendo carico pure di mascherare la scomparsa di Rafa Leao.
MORATA: "CI SONO COSE CHE NON FUNZIONANO"
La scelta dell'estate scorsa del Milan di puntare su un allenatore che privilegiasse maggiormente il controllo del gioco attraverso il possesso palla, piuttosto che affidarsi a rapide transizioni in avanti e affannosi tentativi di correre all'indietro per recuperare, non sta evidentemente pagando. Molti dei calciatori scelti, sulla carta, per favorire le idee di Pioli sono ancora oggi dei punti fermi nella squadra di Fonseca che, al netto del comprensibile tentativo di difendere il suo lavoro, non sta riuscendo ad attecchire col suo credo. Il Milan incassa mediamente gli stessi gol di prima e quelli che realizza in più non stanno spostando nulla in termini di competitività e di classifica. Sarebbe ed è ingeneroso spostare esclusivamente l'attenzione sulle scelte dell'allenatore portoghese che, nella disperata ricerca di un equilibrio di squadra, sta perdendo il contributo di importanti individualità come Theo Hernandez e Leao. Oltre ad aver assistito alla completa scomparsa dai radar di Loftus-Cheek.
IL NAPOLI DI CONTE E' UNO SPETTACOLO, IL MILAN DI FONSECA...
Le difficoltà della squadra rossonera nascono molto più da lontano, da una costruzione e da una progettazione in sede di mercato che non si sta rivelando efficace. I giocatori arrivano prima degli allenatori, che sembrano non avere alcuna voce in capitolo nella scelta dei rinforzi migliori per portare avanti le loro filosofie. Più si guardano le caratteristiche dei difensori centrali, dei centrocampisti e pure degli esterni offensivi del tridente e più ci si rende conto che non siano adatti per le idee di Fonseca come non lo erano per Pioli. A fine ottobre il Milan è quasi fuori dalla corsa Scudetto e le colpe di giocatori e allenatori sembrano essere quello meno evidenti.
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i dirigenti hanno acquistato giocatori non funzionali al tecnico