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Milan, quando Leao e Theo giocano da Leao e Theo... Avesse voglia, Rafa potrebbe vincere 3 Palloni d'Oro di fila
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In precedenza Maignan era stato fischiatissimo e non esattamente impegnatissimo: serata più complicata per l’ambiente ostile che per i pericoli tecnici. Nell’inedita difesa a tre, che almeno per tutto l’infortunio di Walker non resterà un caso isolato, si rivede un buon Tomori (troppo dimenticato finora) in compagnia del solido Gabbia e di Pavlovic la cui autostima è stata premiata dal gol del 2-0.
Nei quattro di centrocampo fa il suo dovere senza disattenzioni “farfallino” Jimenez, mentre Fofana appare dominante non solo nell’azione che porta al vantaggio e Reijnders offre la solita qualità anche in modalità risparmio energetico. In più l’olandese sigilla il 4-0, suo decimo (non banale) gol stagionale. Discorso a parte merita Theo che, da qualche settimana, appare decisamente più attento dietro, nonché più vivace avanti. Il suo gol del 3-0 va interpretato, cioè consegnato al verdetto estivo: può essere un romantico saluto d’addio, come uno speranzoso arcobaleno per il futuro.
Pulisic non è più quello del 2024, ma riappare nella migliore versione almeno del 2025. La sorpresa, non solo come titolare, è Jovic: esperto per movimenti con e senza palla, regala serenità a tutta la squadra. E poi c’è Leao che gioca da… Leao. Niente di nuovo. Avesse voglia e continuità pari al talento, sarebbe Pallone d’Oro per un triennio di fila. Invece si “limita” a sbloccare il risultato e poi assiste alla festa.
Tra due mercoledì sarà un’altra storia. Ma non è detto che sia diversa, se questo Milan si ricorda di giocare come sa. O saprebbe…
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