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    Milan, quando Leao e Theo giocano da Leao e Theo... Avesse voglia, Rafa potrebbe vincere 3 Palloni d'Oro di fila

    Milan, quando Leao e Theo giocano da Leao e Theo... Avesse voglia, Rafa potrebbe vincere 3 Palloni d'Oro di fila

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Mercoledì 23 in Coppa Italia sarà un’altra storia. Intanto la cronaca: questo Milan sta benone e - quando si mostra un filo concentrato - ribadisce la sensazione assai diffusa: è squadra e vale (varrebbe) molto più del desolante nono posto in campionato.

    Conceicao si gode una vittoria invogliante in prospettiva, anche per la riuscita dell’esperimento, seppur forzato dall’emergenza, della difesa schierata a tre. Unico shock di una serata finalmente serena, la tremenda capocciata che stordisce Maignan all’inizio del secondo tempo. Pur nell’evidente trauma cranico, niente di grave la diagnosi provvisoria. Impressionanti le immediate richieste d’aiuto dei compagni di squadra, però all’uscita in barella si è visto che il portiere era cosciente e respirava (di sollievo…).

    In precedenza Maignan era stato fischiatissimo e non esattamente impegnatissimo: serata più complicata per l’ambiente ostile che per i pericoli tecnici. Nell’inedita difesa a tre, che almeno per tutto l’infortunio di Walker non resterà un caso isolato, si rivede un buon Tomori (troppo dimenticato finora) in compagnia del solido Gabbia e di Pavlovic la cui autostima è stata premiata dal gol del 2-0.

    Nei quattro di centrocampo fa il suo dovere senza disattenzioni “farfallino” Jimenez, mentre Fofana appare dominante non solo nell’azione che porta al vantaggio e Reijnders offre la solita qualità anche in modalità risparmio energetico. In più l’olandese sigilla il 4-0, suo decimo (non banale) gol stagionale. Discorso a parte merita Theo che, da qualche settimana, appare decisamente più attento dietro, nonché più vivace avanti. Il suo gol del 3-0 va interpretato, cioè consegnato al verdetto estivo: può essere un romantico saluto d’addio, come uno speranzoso arcobaleno per il futuro.

    Pulisic non è più quello del 2024, ma riappare nella migliore versione almeno del 2025. La sorpresa, non solo come titolare, è Jovic: esperto per movimenti con e senza palla, regala serenità a tutta la squadra. E poi c’è Leao che gioca da… Leao. Niente di nuovo. Avesse voglia e continuità pari al talento, sarebbe Pallone d’Oro per un triennio di fila. Invece si “limita” a sbloccare il risultato e poi assiste alla festa.

    Tra due mercoledì sarà un’altra storia. Ma non è detto che sia diversa, se questo Milan si ricorda di giocare come sa. O saprebbe…

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