
Roma-Juventus vista dal campo: Vlahovic discute con Weah, l'"assist" di Tudor e i parastinchi di Shomurodov
- 2
A partire dal riscaldamento: Tudor come sempre, come già faceva quando della Juventus era solo un membro dello staff di Pirlo, segue il riscaldamento accanto ai giocatori. Sistema i conetti coi piedi se non sono alla distanza giusta, si finge difensore se un suo giocatore gli va incontro con la palla e poi la palla appunto. Nell’animo Tudor è ancora profondamente giocatore, ragazzo che si diverte col pallone.
Faccio lo scalpo a qualsiasi banale retorica, ma vederlo per l’Olimpico camminare portandosi tra i piedi qualsiasi pallone gli capitasse a tiro, me lo ha fatto sentire più simile a tutti noi, di quanto credessi. Con uno di quei palloni, accarezzato con le scarpe eleganti, ci attraversa tutto il campo, fino a portarlo da Giuntoli, con cui scambia qualche parola nel pre-partita.
Poi la sfida comincia, la Juventus è molto aggressiva, proprio come vuole Tudor, ma Ranieri non si scompone, mai. Analizza lucidamente la partita senza perdere mai la calma. Capisce che il primo problema sono le mezze posizioni prese dai giocatori della Juventus: Nico Gonzalez che entra dentro il campo o Kelly che si sovrappone continuamente a Weah. Quindi dice: “Evan a uomo”, Ndicka su Nico, e poi a Soule di accompagnare Kelly, cosa che all’ex Frosinone, pochi secondi prima avevano segnalato anche Mancini e Cristante.
Come detto, il primo tempo della Juventus è ottimo per intensità, manca solo un po’ di precisione negli ultimi metri. Precisione e forse calma nell’esecuzione, Vlahovic il segno “calma” lo fa in primis a se stesso in più di occasione. Sia sulla punizione dal limite che su un tiro al volo di destro.
E’ un messaggio che il serbo si manda, anche perché nel primo tempo non è sembrato calmissimo: urla un PRIMAAAA a Nico, colpevole di sbagliare un assist in contropiede e poi discute animatamente a distanza con Weah, per un mancato cross. I due vanno avanti qualche secondo, dandosi quasi appuntamento a un chiarimento bello acceso successivamente. In realtà non succede nulla, anche perché il goal di Locatelli annulla ogni contrasto.
Ecco a proposito del goal, nasce dalla richiesta che più Tudor ha urlato nel primo tempo, quello di muoversi. Nella suo filosofia, non bisogna mai star fermi, muoversi sempre, possibilmente in avanti. Kalulu si sovrappone a Mckennie per la centesima volta e da lì nasce l’1-0. “Dai e vai” “Dai e vai” o “pass and go” come Tudor dice a Mckennie, cui parla praticamente sempre in inglese.
Dicevamo che Ranieri analizza lucidamente e in silenzio la partita, senza gesti eccessivi, ma con i fatti. E appunto la prima mossa che fa, gli cambia la partita. A fine primo tempo fa entrare Shomurodov, che lui chiama Shumi. Lo fa entrare perché giochi su Kelly, in modo che il difensore della Juventus la smetta di sganciarsi a cento all’ora come fatto nel primo tempo.
Ranieri lo farebbe entrare, ma Shomurodov non ha i parastinchi, non li ha proprio in panchina, Zufferli, il quarto uomo se ne accorge e lo blocca. Ma senza non si può giocare, quindi l’uzbeko si mette i primi che gli passano: gioca tutto il secondo tempo e segna con addosso i parastinchi di Gollini.
La partita qui, invece che aprirsi, si chiude. Perché la Juventus col goal subito perde un po’ di certezze, pur continuano ad applicare il diktat di Tudor. La Roma si limita a ripartire, ma non riesce a farlo quanto vorrebbe e quindi finisce così, un pareggio che in sostanza non cambia molto a nessuna delle due, ma che per certi versi va bene a entrambe.
Tutti gli AGGIORNAMENTI in TEMPO REALE! Unisciti al canale WHATSAPP DI CALCIOMERCATO.COM: clicca qui
Commenti
(2)Scrivi il tuo commento
Ranieri, saggiamente, ha detto che se non riesci a vincerla, è meglio pareggiarla. Apriti cielo....