Il Real Madrid e Mbappé in fuorigioco: cosa non funziona e perché Ancelotti sta perdendo Bellingham
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L'uomo più atteso (fronte Real Madrid) e per questo la sua scena muta fa particolarmente rumore. Se il primo Clasico della passata stagione – quella conclusa da dominatori con la conquista della Liga numero 36 e della quindicesima Champions League – era stata la consacrazione del talento monumentale di Jude Bellingham, lo 0-4 per mano del Barcellona è il contorno del primo grande momento di difficoltà di Kylian Mbappé nella sua nuova avventura madridista. Otto volte in fuorigioco, tre volte a tu per tu con Inaki Pena e tre volte incapace di superare il sostituto dell'infortunato Ter Stegen, che sta relegando in panchina un certo Szczesny.
In una serata in cui pure la stella di Vinicius – che domani sarà incoronato Pallone d'oro a Parigi – è apparsa molto più sbiadita dopo la straordinaria tripletta in Champions League per guidare e completare la rimonta nei confronti del Borussia Dortmund, altri pesanti scricchiolii si sono palesati nella squadra di Carlo Ancelotti, travolta da una serie di infortuni impressionante nelle ultime settimane ma mai così in difficoltà come in questo periodo nell'assemblare un undici equilibrato che rispetti il più possibile il credo della Casa blanca di offrire uno spettacolo degno del suo nome all'esigente platea del Bernabeu. Una difesa rattoppata e piena di buchi – l'assenza di Courtois di ieri è andata ad aggiungersi a quelle altrettanto pesanti di Dani Carvajal e Alaba – e un centrocampo lontanissimo parente di quello delle ultime trionfali annata, privo di un riferimento come Kroos e non in grado di reggere fisicamente il passo dei ragazzini terribili del Barça, sono la fotografia di un gruppo che fatica ad essere tale con continuità.
I campanelli d'allarme sono stati già diversi da agosto ad oggi, ma il tradizionale orgoglio del Real, capace di riemergere soprattutto nelle amate notti di coppa, questa volta non è bastato. Anche perché, se difesa e centrocampo balbettano, ad oggi le fortune del reparto offensivo vivono delle improvvise fiammate di un fenomeno come Vinicius. Rodrygo, ieri assente per infortunio, sta uscendo penalizzato dall'inserimento nello scacchiere di un'altra prima donna come Mbappé, i cui 8 gol stagionali non nascondono una realtà ben più amara di quanto non si pensi. Il francese è l'ombra del giocatore meraviglioso ammirato nei suoi primi anni parigini e in particolare nelle ultime due edizioni dei Mondiali. Esterno offensivo con numeri da centravanti, una capacità di strappare senza eguali e un carisma debordante. Ecco, la versione che i tifosi del Madrid stanno “ammirando” è molto più vicina a quella degli ultimi mesi al PSG, durante i quali alle notizie di un addio certo con naturale approdo nella capitale spagnola si affiancavano quelli su una vita fuori dal campo non proprio inappuntabile.
L'accusa principale che viene mossa a Mbappé è di aver perso quell'esplosività muscolare che ha da sempre caratterizzato il suo modo di fare calcio e di non aver fatto quei passi in avanti che era lecito attendersi nel suo percorso di maturazione tattica. A Parigi Luis Enrique ha provato a reinventarlo come “9 atipico”, rimproverandogli atteggiamenti da superstar e una certa pigrizia nei ripiegamenti difensivi. Esattamente quello che si sta vedendo alla corte di Ancelotti, che per trovargli spazio in una squadra che lo scorso anno era riuscita nell'impresa di essere bella e bilanciata con Bellingham inventato come finto centravanti ha finito anche per penalizzare chi gli sta vicino. Detto di Vinicius, che è capace di accendersi a suo piacimento ma che si trova certamente più a suo agio con un giocatore tatticamente prezioso come il connazionale Rodrygo, è proprio il fenomeno inglese (ancora a secco di gol) che non riesce a riproporre ciò che di buono, per esempio, continua a fare in nazionale. E che appare sempre più frustrato da una connection con Mbappé che ad oggi è un flop colossale. E poi c'è per l'appunto Rodrygo, pedina fondamentale nella testa di Ancelotti e straordinario spacca-partite in più di una circostanza.
Come in precedenti versione del Real Madrid dell'epoca dei galacticos, in cui i benefici tattici venivano sacrificati sull'altare dello spettacolo a tutti i costi e soprattutto degli acquisti per il marketing, i campioni d'Europa in carica sembrano essere ricaduti in quel tipo di errore. Ancelotti giura che, anche dopo questo pesantissimo 0-4 contro il Barcellona che rischia di aprire crepe molto inquietanti in un gruppo che non appare solido e granitico come in passato, il suo Real saprà ripartire ancora più forte. Ma senza il vero Mbappé sarà molto complicato: quello che doveva essere il più forte di tutti per il momento è solo uno dei tanti. E questo fa tutta la differenza del mondo.
In una serata in cui pure la stella di Vinicius – che domani sarà incoronato Pallone d'oro a Parigi – è apparsa molto più sbiadita dopo la straordinaria tripletta in Champions League per guidare e completare la rimonta nei confronti del Borussia Dortmund, altri pesanti scricchiolii si sono palesati nella squadra di Carlo Ancelotti, travolta da una serie di infortuni impressionante nelle ultime settimane ma mai così in difficoltà come in questo periodo nell'assemblare un undici equilibrato che rispetti il più possibile il credo della Casa blanca di offrire uno spettacolo degno del suo nome all'esigente platea del Bernabeu. Una difesa rattoppata e piena di buchi – l'assenza di Courtois di ieri è andata ad aggiungersi a quelle altrettanto pesanti di Dani Carvajal e Alaba – e un centrocampo lontanissimo parente di quello delle ultime trionfali annata, privo di un riferimento come Kroos e non in grado di reggere fisicamente il passo dei ragazzini terribili del Barça, sono la fotografia di un gruppo che fatica ad essere tale con continuità.
I campanelli d'allarme sono stati già diversi da agosto ad oggi, ma il tradizionale orgoglio del Real, capace di riemergere soprattutto nelle amate notti di coppa, questa volta non è bastato. Anche perché, se difesa e centrocampo balbettano, ad oggi le fortune del reparto offensivo vivono delle improvvise fiammate di un fenomeno come Vinicius. Rodrygo, ieri assente per infortunio, sta uscendo penalizzato dall'inserimento nello scacchiere di un'altra prima donna come Mbappé, i cui 8 gol stagionali non nascondono una realtà ben più amara di quanto non si pensi. Il francese è l'ombra del giocatore meraviglioso ammirato nei suoi primi anni parigini e in particolare nelle ultime due edizioni dei Mondiali. Esterno offensivo con numeri da centravanti, una capacità di strappare senza eguali e un carisma debordante. Ecco, la versione che i tifosi del Madrid stanno “ammirando” è molto più vicina a quella degli ultimi mesi al PSG, durante i quali alle notizie di un addio certo con naturale approdo nella capitale spagnola si affiancavano quelli su una vita fuori dal campo non proprio inappuntabile.
L'accusa principale che viene mossa a Mbappé è di aver perso quell'esplosività muscolare che ha da sempre caratterizzato il suo modo di fare calcio e di non aver fatto quei passi in avanti che era lecito attendersi nel suo percorso di maturazione tattica. A Parigi Luis Enrique ha provato a reinventarlo come “9 atipico”, rimproverandogli atteggiamenti da superstar e una certa pigrizia nei ripiegamenti difensivi. Esattamente quello che si sta vedendo alla corte di Ancelotti, che per trovargli spazio in una squadra che lo scorso anno era riuscita nell'impresa di essere bella e bilanciata con Bellingham inventato come finto centravanti ha finito anche per penalizzare chi gli sta vicino. Detto di Vinicius, che è capace di accendersi a suo piacimento ma che si trova certamente più a suo agio con un giocatore tatticamente prezioso come il connazionale Rodrygo, è proprio il fenomeno inglese (ancora a secco di gol) che non riesce a riproporre ciò che di buono, per esempio, continua a fare in nazionale. E che appare sempre più frustrato da una connection con Mbappé che ad oggi è un flop colossale. E poi c'è per l'appunto Rodrygo, pedina fondamentale nella testa di Ancelotti e straordinario spacca-partite in più di una circostanza.
Come in precedenti versione del Real Madrid dell'epoca dei galacticos, in cui i benefici tattici venivano sacrificati sull'altare dello spettacolo a tutti i costi e soprattutto degli acquisti per il marketing, i campioni d'Europa in carica sembrano essere ricaduti in quel tipo di errore. Ancelotti giura che, anche dopo questo pesantissimo 0-4 contro il Barcellona che rischia di aprire crepe molto inquietanti in un gruppo che non appare solido e granitico come in passato, il suo Real saprà ripartire ancora più forte. Ma senza il vero Mbappé sarà molto complicato: quello che doveva essere il più forte di tutti per il momento è solo uno dei tanti. E questo fa tutta la differenza del mondo.
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Credo che Mbappe sia stato acquistato esclusivamente per regalare alla piazza "un nome da coperti...