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    Tutte le tappe del caso Pogba: dal controllo antidoping alla risoluzione con la Juventus

    Tutte le tappe del caso Pogba: dal controllo antidoping alla risoluzione con la Juventus

    • Redazione CM
    Non ho imbrogliato, farò ricorsoaveva giurato Paul Pogba. L’ha fatto, e l’ha vinto. Aveva ragione lui. E ora, da marzo 2025, potrà tornare a giocare partite ufficiali. Il centrocampista che ha appena risolto il contratto con la Juventus era risultato positivo ai metaboliti del testosterone in un controllo antidoping dopo Udinese-Juventus del 20 agosto scorso. Una partita, tra l’altro, che Pogba non aveva neanche giocato rimanendo in panchina per tutto il tempo. Squalifica di 4 anni e buio totale nella carriera del francese, che dopo la sentenza aveva pensato anche al ritiro.

    LA RISPOSTA DI POGBA - Dopo l’annuncio della squalifica Pogba si era difeso così attraverso in post sui suoi canali social: “Oggi sono stato informato della decisione del Tribunale Nazionale Antidoping e ritengo che la sentenza sia errata. Sono triste, scioccato e con il cuore spezzato perché tutto quello che ho costruito nella mia carriera da giocatore professionista mi è stato tolto. Quando sarò libero da restrizioni legali l'intera storia sarà chiara, ma non ho mai preso consapevolmente o deliberatamente integratori che violino le normative antidoping. Da atleta professionista non farei mai nulla per migliorare le mie prestazioni utilizzando sostanze vietate e non ho mai mancato di rispetto o imbrogliato altri atleti e tifosi di nessuna delle squadre per cui ho giocato o contro. In conseguenza della decisione annunciata oggi farò ricorso davanti al Tribunale arbitrale per lo sport”.

    NO AL PATTEGGIAMENTO - Pogba era talmente convinto della sua innocenza, che insieme ai legali ha deciso di rifiutare il patteggiamento. Voleva andare avanti, fino in fondo. E pazienza se ammettendo la colpa avrebbe preso 2 anni di squalifica anziché 4. Paul continuava ad assicurare che quella sostanza era stata press in modo accidentale: una tesi alla quale l’accusa non ha mai creduto, ma che per gli avvocati del giocatore ha rappresentato il punto-chiave. 

    IL RICORSO VINTO - E alla fine hanno avuto ragione, perché il TAS ha accolto l’appello presentato da Pogba riducendo da 4 anni a 18 mesi la squalifica iniziale stabilita dal Tribunale Nazionale Antidoping, annullando anche la multa di 5mila euro. Dall’11 marzo 2025 il francese potrà giocare di nuovo, e non vede l’ora di scendere in campo. Bisognerà capire solo con quale squadra: da oggi è svincolato. Durante il periodo della squalifica lo stipendio che percepiva alla Juve era al minimo federale, il suo ingaggio con i bianconeri era di 10 milioni di euro ma lo stesso giocatore aveva detto di non aver problemi a ridurlo. Sarebbe rimasto volentieri a Torino, a costo di rinunciare a qualcosa a livello economico. 

    CHI VUOLE POGBA - Adesso però per Paul si aprono nuovi scenari. Dove può andare? Dalle società della Saudi Pro League a quelle in Qatar, passando per il Marsiglia di De Zerbi e il Los Angeles FC in MLS. Tutte squadre che stanno pensando di fare un tentativo per Pogba e che monitoreranno le condizioni di Paul, che intanto scalda i motori per tornare a giocare.

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