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  • Theo Hernandez multato, ma titolare. La prima occasione per riconquistare il Milan

    Theo Hernandez multato, ma titolare. La prima occasione per riconquistare il Milan

    • Gabriele Stragapede
    La punizione serve o non serve? Bastone o carota? Accusa o sostegno? Sono fra i vari quesiti che - dall’alto dei vertici dirigenziali del Milan, passando per lo staff tecnico e arrivando sino ai tifosi – sono stati posti all’attenzione dell’ambiente rossonero, dopo i difficili giorni successivi alla cocente eliminazione dalla Champions League della formazione di Conceicao e al caso mediatico che ha coinvolto Theo Hernandez.

    L’EPISODIO - Facciamo un piccolo passo indietro e riavvolgiamo il nastro: i rossoneri si giocano il tutto per tutto in Champions League contro il Feyenoord e passano anche in vantaggio dopo nemmeno un minuto di gioco. Poi il blackout: Theo si fa ingenuamente ammonire per una vistosa trattenuta a centrocampo e poi si fa espellere nella ripresa per una netta simulazione in piena area di rigore. Risultato? Milan in 10, olandesi che pareggiano e meneghini eliminati ai playoff.

    PAROLA FINE? - Sembrava essere davvero la parola fine del rapporto idilliaco fra il terzino francese e tutto l’ambiente rossonero. Complice anche un rinnovo – ha un contratto in scadenza al 30 giugno 2026 – che tardava ad arrivare a ciò che sembrava la più naturale fumata bianca (dopo il principio di accordo su cifre e durata trovato negli scorsi mesi), il destino dell’ex Real Madrid sembrava pendere verso un futuro lontano da Milano. Un impatto con la dura realtà che doveva cominciare sin da oggi, dalla sfida contro il Torino, e da una panchina che aveva il sapore di punitiva per quanto successo nell’incontro di Champions.

    TUTTI IN DIFESA DI THEO - Poi qualcosa è cambiato. Sergio Conceicao, in simbiosi anche con il senior advisor di RedBird Zlatan Ibrahimovic e con il resto della dirigenza rossonera, ha posto un muro – durante la conferenza stampa di presentazione della partita odierna - in difesa del proprio giocatore e di tutto il resto della squadra: "Punizione o non serve? Non mi piace parlare del colore dei suoi capelli: per me neri, bianchi o gialli è uguale, basta che siano professionisti e diano tutto. Su di lui ho parlato a fine partita. E' un patrimonio del club, ha dato tanta gioia ai tifosi in altri momenti. Sa di aver fatto qualcosa che ha messo la squadra in difficoltà, ne abbiamo già parlato all'interno dello spogliatoio. Anche io ho fatto tanti errori. E' un giocatore disponibile per giocare domani come gli altri 22".

    MILAN COMPATTO - Un Milan, dunque, che prova a compattarsi in vista di un finale di stagione che dovrà necessariamente concludersi con un 4° posto – ultimo utile per l’Europa che conta - in campionato e, perché no, con la conquista di un secondo trofeo come quella Coppa Italia che manca da ormai 22 anni. Il Milan deve guardare avanti, non può pensare al passato. Per questo motivo, il tecnico portoghese si piazza a protezione del proprio gruppo, dei propri ragazzi, Theo compreso. È un patrimonio del club, d’altronde, l’ha affermato lui stesso, in una linea precisa perfettamente allineata e dettata anche da Ibrahimovic sin dal post partita di San Siro contro il Feyenoord.

    MULTATO, MA TITOLARE - Dunque nessuna punizione? Non esattamente. Theo Hernandez sarà sì regolarmente fra gli 11 titolari scelti da Conceicao (data anche l’assenza a destra di Kyle Walker, alle prese con una noia di carattere muscolare e che verrà sostituito da Alex Jimenez), dopo che le riflessioni e i confronti delle ultime ore hanno portato a decidere per la via della fiducia nei confronti del francese, ma il 19 rossonero è stato comunque multato, come raccolto da Calciomercato.com, per quanto accaduto nell’ultima sfida europea stagionale. Nessuna punizione esemplare, sostanzialmente, per l’allenatore ex Porto non è necessario arrivare a tanto. Basta la multa, bastano i rimproveri tuonanti della settimana da parte di Ibrahimovic che ha chiesto fermamente una reazione, una scossa da parte di tutta la squadra per questi ultimi mesi dell’annata corrente.

    SGUARDO AL FUTURO - Una rabbia giustificata dal momento negativo, dalla delusione dell’eliminazione in Champions. Ma ora, come dicevamo, tocca guardare avanti, tutti assieme. Theo, in primis, ha chiesto scusa (anche via social) a tutti i suoi compagni, prendendo la parola negli spogliatoi di Milanello. Sa di aver compromesso una sfida decisiva, conosce l’apporto che è mancato e che può ancora dare a questo Milan, di cui è vice-capitano. Già da oggi, il classe ‘97 si gioca un pezzo del suo futuro. La sua situazione contrattuale non rappresenta l’attuale priorità assoluta, prima viene il campo e il 4° posto in Serie A, traguardo minimo fondamentale per questioni sia economiche che sportive. Ci sarà tempo e modo di analizzare la questione nelle prossime settimane, ma se Theo vuole conquistarsi quell’accordo, non c’è occasione migliore di partire già dalla partita con il Torino. Una chance da non sprecare, per evitare di far finire l’idillio nel corso della prossima estate, dove il rischio di una cessione appare sempre più incombente.

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