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    Juventus, Thiago Motta pagherà per primo: il cambio di allenatore sarà un segnale anche per Giuntoli?

    Juventus, Thiago Motta pagherà per primo: il cambio di allenatore sarà un segnale anche per Giuntoli?

    • Simone Eterno
      Simone Eterno
    C'è confusione in casa Juventus. E questo è un dato di fatto, una verità, un qualcosa tanto tangibile quanto innegabile. C'è confusione e la si misura dalle scelte, dal detto e non detto, dal trapelato, da quanto accaduto in questi primi mesi di 2025. Mesi iniziati con un mercato invernale d'emergenza, volto a rattoppare in qualche modo una stagione 'nata male'. Una stagione sfortunata, dal lato infortuni; amplificata da una campagna acquisti estiva inversamente proporzionale: tanto faraonica nelle spese quando deludente nei rendimenti. E così, Cristiano Giuntoli, al suo primo vero anno da 'uomo totalmente al comando' in casa Juventus, si è ritrovato in una situazione forse più complicata del previsto.

    Perché se è vero che da un lato, come puntualmente sottolineato proprio su queste pagine, il lavoro di Giuntoli dal punto di vista economico è stato inappuntabile, altrettanto vero è che le ultime settimane di gestione sportiva del club, soprattutto nella figura dell'allenatore, hanno portato alla luce macroscopiche incongruenze. Sì perché riavvolgendo il nastro, cercando di fare un po' d'ordine, com'è necessario fare in questi casi, l'intera gestione del nuovo arrivato Thiago Motta appare come qualcosa di surreale.

    Scelto con un anno d'anticipo - causando gli evidenti malumori del suo predecessore, culminati nel noto sfogo di Roma dopo il successo in Coppa Italia - Thiago Motta è stato di fatto scaricato appena la situazione si è realmente complicata alla Juventus. Uno scaricamento abbastanza subdolo nel suo susseguirsi degli eventi. Perché mentre il tecnico era in evidente difficoltà al primo anno in una big, tra errori personali e un'intera prima parte di stagione caratterizzata da una miriade di infortuni, Giuntoli non difendeva la sua scelta forte, il tecnico che aveva fortemente voluto. Anzi, se da un lato la stampa iniziava a mormorare voci sul futuro - voci poi evidentemente fondate considerata l'attuale situazione odierna di casa Juve - dall'alto una pubblica difesa del tecnico - e una successiva conferma ufficiale - arrivavano solo nel pre-partita di Cagliari (prima partita post eliminazione in Champions League) e dopo la sconfitta di Firenze. A buoi ormai scappati. Prese di posizione tardive insomma, che nascondevano in fondo quanto appare evidente oggi: per la prossima stagione la Juventus stava già pensando ad altro. Una confusione evidentemente figlia dei dubbi dello stesso Giuntoli sul progetto tecnico da lui fortemente voluto. E che hanno lasciato così la Juve nel limbo in cui balla da settimane: da un lato la squadra che pare avere mollato il tecnico; dall'alto la dirigenza che con un mano redige il comunicato con cui dà fiducia all'allenatore e con l'altra scorre sulla rubrica del telefono le possibili soluzioni d'emergenza.

    Si perché nel mentre la lotta al quarto posto si è terribilmente complicata. E dal punto di vista economico, quell'ingresso in Champions League, fa tutta la differenza del mondo.

    Fin qui lo sbobinamento degli eventi. Da qui in poi le sensazioni figlie di quanto accaduto ieri. Perché se davvero sarà Roberto Mancini (in alternativa al croato Igor Tudor) la scelta impone una riflessione sullo stesso futuro di Cristiano Giuntoli. Che senso avrebbe infatti per il ds toscano portarsi in casa un allenatore costoso, dal palmares importante e noto al grande pubblico per il suo carattere frizzantino, oltre che per le richieste importanti sul fronte del calciomercato? La scelta Mancini parte veramente da Giuntoli, o è forse figlia di una decisione dall'alto, magari da quella riunione tra Elkann e Scanavino? Una soluzione quasi 'imposta', per provare a salvare il salvabile e al tempo stesso lanciare un segnale in un ottica di futuro allo stesso Giuntoli? Perché mentre il ds vive un momento anche per lui evidentemente complicato, la Juventus un potenziale nuovo ds se lo sta crescendo in casa da qualche tempo: Giorgio Chiellini. Per comprendere tutto ciò, chiaramente, bisognerà lasciar parlare il futuro, far scorrere le settimane. Intanto però, il primo aprile - non a caso dopo la chiusura della trimestrale - sarà probabilmente addio a Motta. E chissà che l'esonero dell'italo-brasiliano col contemporaneo arrivo di Roberto Mancini o di Igor Tudor, sotto-sotto, non rappresenti un primo segnale di rottura anche per colui che, tutta questa confusione, avrebbe dovuto evitarla. 

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    Commenti

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    Platimi
    Platimi

    È già soddisfatto così, uno da carpi alla Juve con triennale.

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