
Violamania: Kean e De Gea come Holly e Benji. Se ci sono rimpianti la mentalità è quella giusta
MENTALITÀ – Non fraintendeteci. Non vogliamo sminuire l'apporto degli altri elementi della squadra, né tantomeno banalizzare il lavoro dell'allenatore a una mera scelta della formazione migliore. Tutt'altro. La Fiorentina vista contro il Milan (dopo Juve e Atalanta) è una squadra con un’identità ben chiara che fa guardare con assoluto ottimismo al futuro. Una squadra diversa perfino da quella delle otto vittorie consecutive, capace sì di mettere in fila risultati importanti, ma anche favorita da diverse contingenze. No, la Fiorentina di San Siro è un gruppo che gioca un calcio verticale e riconoscibile (il secondo gol ne è il manifesto) e scende in campo faccia al vento contro qualunque avversario. E se nei 90’ Ranieri e soci hanno dato dimostrazione di solidità, nel post gara si è capito che, forse, c'è stato un cambio di passo anche nella mentalità.
RAMMARICO – La via l'ha illuminata Cataldi, ma in generale è un po’ tutta la piazza a essere rammaricata per un pareggio in un Meazza gremito (!), roba per cui chiunque a Firenze avrebbe firmato fino a qualche mese fa. E oggi, invece, resta addosso quel sapore un po’ amaro che solo le grandi squadre conoscono: quello di aver lasciato qualcosa per strada… proprio perché la Fiorentina a Milano dopo essere andata in vantaggio per 2 a 0 la poteva anche vincere. E allora i viola avranno perso anche due punti, ma hanno fatto il pieno di consapevolezza. E adesso il calendario appare anche in discesa: Firenze sogna.