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Milan, ecco perché non 'conviene' esonerare Montella
INGAGGIO TOP E CLAUSOLA- Incredibile come la vita di un allenatore possa cambiare diametralmente nel giro di pochi mesi. Nella scorsa primavera, era ben nutrito il partito dei montelliani: una pressione mediatica pro rinnovo. L'accordo è stato poi raggiunto con largo anticipo e ufficializzato il 30 maggio scorso. Montella si era legato al Milan per altre due stagioni, fino al 2019, con sostanzioso ritocco dell'ingaggio che è passato dai 2,3 ai 3 milioni netti a stagione. All'interno del nuovo contratto è stata inserita una clausola 'Champions': qualora venisse fallito l'obiettivo minimo stagionale, la società può procedere alla rescissione contrattuale, chiudendo così il rapporto anticipatamente.
ALTERNATIVE POCO CREDIBILI - Un altro aspetto da tenere in grande considerazione è quello relativo all'eventuale successore. Nessun profilo internazionale di richiamo in questo momento è libero o propenso ad accettare un incarico in corso d'opera: Carlo Ancelotti ha già spiegato di non essere interessato, il tedesco Tuchel piace ma non convince del tutto. Si sono fatti i nomi di Paulo Sousa e Walter Mazzarri, entrambi però hanno caratteristiche che mal si adatterebbero alla situazione attuale. Per quanto concerne il tecnico portoghese, i dubbi sono relativi al carattere forte e poco 'aziendalista'. Mentre per Mazzarri resta ancora vivo il ricordo della sua esperienza all'Inter, motivo per il quale l'ambiente potrebbe non accogliere di buon grado la sua candidatura. Ci sarebbe anche la soluzione interna che porta a Rino Gattuso, attuale allenatore della formazione Primavera. Uno che potrebbe far accendere di nuovo la passione dei tifosi ma che non viene, allo stato attuale considerato pronto per allenare una rosa così forte e ambiziosa.