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  • Juventus, addio alla Champions: piegati da quel PSV che ad inizio stagione era stato battuto

    Juventus, addio alla Champions: piegati da quel PSV che ad inizio stagione era stato battuto

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Game over anche per la Juve, seppure con onorevole sofferenza supplementare a Eindhoven. Eliminazione giusta, perché nelle due sfide il Psv ha meritato. “Tutto sommato”, come si usa dire, ha meritato, ecco. È comunque curioso che il verdetto che intristisce i tifosi juventini sia arrivato da questi play-off, dopo che Thiago Motta aveva inaugurato la sua Champions stravincendo proprio contro gli olandesi a settembre, in uno Stadium (allora) in estasi.

    Ma da allora la Juventus non è migliorata, anzi, anche se proprio pochi giorni fa contro l’Inter aveva illuso con un ottimo secondo tempo. Ma a Eindhoven è stata tutta una sofferenza, che i bianconeri hanno prima gestito (per un tempo) e poi patito (per un altro tempo più supplementari). 



    Pagelle bianconere partendo dall’attentissimo e tutt’altro che inoperoso Di Gregorio. Continua a crescere Weah, trovando sempre più confidenza nella fase difensiva del suo nuovo ruolo, senza privarsi di pregevoli iniziative, tipo quella del meraviglioso gol del momentaneo 1-1. Gatti solita rude certezza al pari di Veiga però infortunato dopo una decina di minuti. Spostato al centro della difesa, Kelly ancora esitante e impacciato. Più che sufficiente, anzi quasi eccellente Cambiaso basso a sinistra, almeno fino al pasticcio co-prodotto con Kelly e Nico sul gol iniziale di Perisic. Si sfinisce poi a centrocampo dall’ingresso dello spaesato Savona e nei supplementari lascia il posto al volenteroso Mbangula.

    Proprio a centrocampo Locatelli governa da difensore aggiunto e McKennie lotta da attaccante improvvisato. Si vede pochissimo e al solito in chiaroscuro Koopmeiners. Fa un po’ meglio Thuram, ma stavolta senza dominare. Nico Gonzalez non brilla ma lavora di esperienza e finisce boccheggiante di stanchezza. Dall’altra parte Conceicao fa scintille che quasi mai infiammano conclusioni efficaci. Poco assistito, Kolo Muani non lascia un’impronta significativa sulla partita e alla fine viene sostituito da Vlahovic che fa quel che può, cioè lottare con foga e colpire anche un palo, sfortunato, da vero bomber d’area. Non pervenuto invece Yildiz, a parte qualche giochetto fine a se stesso. Proprio Yildiz che cinque mesi fa aveva acceso le luci dello Stadium nell’illusorio, per lui e per la Juve, debutto in Champions.

    Arrivederci all’anno prossimo, quarto posto permettendo.

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