Redazione Calciomercato
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Inter, Mkhitaryan lancia un allarme molto serio: per essere "ingiocabili" non basta uno Scudetto in tre anni
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Tre indizi fanno una prova, ma talvolta ne possono bastare due per comprendere una situazione che in casa Inter inizia ad essere motivo di analisi approfondita. La sconfitta sul campo della Juventus è profondamente diversa rispetto a quella di Firenze, ma si porta dietro la stessa sensazione che, oltre agli errori commessi dal punto di vista tecnico-tattico e una condizione fisica in calo, è sotto l'aspetto mentale che i campioni d'Italia in carica stanno denotando una china piuttosto pericolosa. Immortalata alla perfezione dalle infelici dichiarazioni di Henrickh Mkhitaryan, uno dei perni della squadra forgiata da Simone Inzaghi e, almeno teoricamente, uno degli esponenti di maggiore spicco per carisma ed esperienza dello spogliatoio. Continuare a definirsi “ingiocabili” e ammettere con candore di aver sottovalutato una partita tanto importante come il derby d'Italia è un peccato mortale.
JUVE-INTER 1-0, IL RACCONTO DELLA PARTITA
Non è un caso, certamente non lo è, che tra le dichiarazioni pronunciate da Inzaghi nella pancia dell'Allianz Stadium ci sia stato un richiamo proprio alle tante parole che nelle ultime settimane hanno fatto da contorno nell'ambiente nerazzurro ma che, risultati e prestazioni alla mano nell'ultimo periodo, non sono state tradotte in realtà: "Non dobbiamo fare proclami perché quello che stiamo facendo per i nostri obiettivi non basta. Dobbiamo cambiare marcia, soprattutto negli scontri diretti". Questi ultimi il vero tallone d'Achille e la misura del rendimento complessivo di un'Inter che, pur mantenendo un elevato livello di competitività sia in Serie A che in Champions League, quest'anno ha faticato più del previsto nei confronti con gli avversari della sua stessa levatura. In campionato – prendendo in considerazione solo le prime 4 della classifica – gli unici successi nerazzurri sono arrivati ad inizio stagione contro l'Atalanta (poi battuta anche in Supercoppa Italiana) e in occasione del roboante 6-0 a Roma, con la Lazio; col Napoli, a San Siro, è arrivato un pari per 1-1, contro la Juventus Lautaro e compagni si sono fatti rimontare dal 4-2 al 4-4 all'andata per poi perdere di misura ieri. Allargando il ragionamento alla top 8, col Milan sono arrivati due ko tra campionato e Supercoppa ed un pari, col Bologna è arrivato un 2-2 al “Meazza”, con la Fiorentina un pesante 0-3 esterno riscattato parzialmente pochi giorni dopo dalla vittoria casalinga per 2-1 di lunedì scorso.
LE PAGELLE DI JUVE-INTER: DIMARCO E LAUTARO, CHE FATE?
Una situazione non troppo differente rispetto a quello che è stato il cammino europeo dell'Inter nella prima fase di Champions League: resta agli atti l'esordio col più che positivo 0-0 ad Etihad contro il Manchester City di Guardiola o la solidissima prestazione nell'1-0 di San Siro contro l'Arsenal. Col Bayer Leverkusen campione di Germania in carica è arrivato l'unico ko nella competizione, al termine di una prova piuttosto scialba, e il resto del programma non ha opposto la formazione nerazzurra avversari particolarmente tosti (Stella Rossa, Young Boys, Sparta Praga, Monaco e Lipsia). Un rendimento regolarissimo ha permesso ad Inzaghi di prenotare con largo anticipo la qualificazione agli ottavi di finale, evitando di vivere le ultime due settimane con altrettanti impegni in un calendario affollato come non mai. Una distrazione in più che avrebbe potuto distogliere energie preziose per il campionato, nel quale è arrivata comunque una frenata importante.
INTERMANIA: MAI VINTO LO SCUDETTO SENZA BATTERE JUVE E MILAN
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Questo racconta sin qui la stagione, che a due settimane dal big match del “Maradona” contro il Napoli offre prospettive inalterate ai campioni in carica di chiudere in maniera trionfale. La corsa Scudetto si giocherà punto su punto fino all'ultima giornata, in Coppa Italia resiste la possibilità di mettere nel mirino la doppia semifinale col Milan ed in Champions League è nella fase ad eliminazione diretta che l'Inter proverà a far valere lo status internazionale che ha saputo costruirsi durante la gestione di Simone Inzaghi. Tutto possibile e tutto alla portata, a patto che all'interno dello spogliatoio non si insinui più la sicurezza di vincere le partite prima ancora di giocarle. Le parole di Mkhitaryan, già di per sé non giustificabili dopo una vittoria convincente come quella col Monaco e ancora meno ricevibili dopo la sconfitta contro la Juventus, sono un allarme da non ignorare. Per essere “ingiocabili” non può bastare uno Scudetto conquistato negli ultimi tre anni.
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JUVE-INTER 1-0, IL RACCONTO DELLA PARTITA
Non è un caso, certamente non lo è, che tra le dichiarazioni pronunciate da Inzaghi nella pancia dell'Allianz Stadium ci sia stato un richiamo proprio alle tante parole che nelle ultime settimane hanno fatto da contorno nell'ambiente nerazzurro ma che, risultati e prestazioni alla mano nell'ultimo periodo, non sono state tradotte in realtà: "Non dobbiamo fare proclami perché quello che stiamo facendo per i nostri obiettivi non basta. Dobbiamo cambiare marcia, soprattutto negli scontri diretti". Questi ultimi il vero tallone d'Achille e la misura del rendimento complessivo di un'Inter che, pur mantenendo un elevato livello di competitività sia in Serie A che in Champions League, quest'anno ha faticato più del previsto nei confronti con gli avversari della sua stessa levatura. In campionato – prendendo in considerazione solo le prime 4 della classifica – gli unici successi nerazzurri sono arrivati ad inizio stagione contro l'Atalanta (poi battuta anche in Supercoppa Italiana) e in occasione del roboante 6-0 a Roma, con la Lazio; col Napoli, a San Siro, è arrivato un pari per 1-1, contro la Juventus Lautaro e compagni si sono fatti rimontare dal 4-2 al 4-4 all'andata per poi perdere di misura ieri. Allargando il ragionamento alla top 8, col Milan sono arrivati due ko tra campionato e Supercoppa ed un pari, col Bologna è arrivato un 2-2 al “Meazza”, con la Fiorentina un pesante 0-3 esterno riscattato parzialmente pochi giorni dopo dalla vittoria casalinga per 2-1 di lunedì scorso.
LE PAGELLE DI JUVE-INTER: DIMARCO E LAUTARO, CHE FATE?
Una situazione non troppo differente rispetto a quello che è stato il cammino europeo dell'Inter nella prima fase di Champions League: resta agli atti l'esordio col più che positivo 0-0 ad Etihad contro il Manchester City di Guardiola o la solidissima prestazione nell'1-0 di San Siro contro l'Arsenal. Col Bayer Leverkusen campione di Germania in carica è arrivato l'unico ko nella competizione, al termine di una prova piuttosto scialba, e il resto del programma non ha opposto la formazione nerazzurra avversari particolarmente tosti (Stella Rossa, Young Boys, Sparta Praga, Monaco e Lipsia). Un rendimento regolarissimo ha permesso ad Inzaghi di prenotare con largo anticipo la qualificazione agli ottavi di finale, evitando di vivere le ultime due settimane con altrettanti impegni in un calendario affollato come non mai. Una distrazione in più che avrebbe potuto distogliere energie preziose per il campionato, nel quale è arrivata comunque una frenata importante.
INTERMANIA: MAI VINTO LO SCUDETTO SENZA BATTERE JUVE E MILAN
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Questo racconta sin qui la stagione, che a due settimane dal big match del “Maradona” contro il Napoli offre prospettive inalterate ai campioni in carica di chiudere in maniera trionfale. La corsa Scudetto si giocherà punto su punto fino all'ultima giornata, in Coppa Italia resiste la possibilità di mettere nel mirino la doppia semifinale col Milan ed in Champions League è nella fase ad eliminazione diretta che l'Inter proverà a far valere lo status internazionale che ha saputo costruirsi durante la gestione di Simone Inzaghi. Tutto possibile e tutto alla portata, a patto che all'interno dello spogliatoio non si insinui più la sicurezza di vincere le partite prima ancora di giocarle. Le parole di Mkhitaryan, già di per sé non giustificabili dopo una vittoria convincente come quella col Monaco e ancora meno ricevibili dopo la sconfitta contro la Juventus, sono un allarme da non ignorare. Per essere “ingiocabili” non può bastare uno Scudetto conquistato negli ultimi tre anni.
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Commenti
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è da quando ha detto ''siamo ingiocabili'' che non riesco a smettere di ridere