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Leao rimette il Milan sulla cartina d'Europa. E adesso criticatelo ancora
La lezione dell’andata a qualcosa è servita. Pioli gioca col doppio mediano (Musah più Reijnders) e 3 uomini dietro Giroud, larghi Leao e Pulisic e Loftus-Cheek “finto 10”, a tutto campo su Ugarte, anima del gioco parigino. La mossa funziona: Leao ha i suoi spazi, Pulisic anche, solo che a differenza del portoghese sbaglia tutto il possibile.
Milan e PSG fanno a cazzotti, il primo tempo è bellissimo e intenso, un colpo per uno, i gol, la traversa di Dembelé, le parate di Maignan su Mbappé, ma anche gli errori di Loftus-Cheek e Musah, il tuffo di Donnarumma sulla punizione dal limite di Tomori. Il Milan tiene testa a una squadra che solo 2 settimane fa l’aveva umiliato.
Loftus-Cheek gioca una grande partita, tampona e riparte, sono chili importanti ritrovati da Pioli, ma ha sulla coscienza il gol di Skriniar (che marcava a uomo sull’angolo, ma lo perde nel momento in cui Marquinos spizza il pallone sul primo palo) e prima ancora e ancora più grave la prima palla-gol della partita, costruita manco a dirlo da Leao, che lui di piatto destro spreca invece alto e malissimo.
Ripresa meno intensa, con meno cazzotti, ma c’è quello pesante e vincente di Giroud, innescato dalla sgasata con cross di Theo Hernandez e volo manco a dirlo sulla testa di Skriniar, un gol col sapore del derby, che esalta la bolgia di San Siro, già surriscaldata di suo per gl’insulti costanti a “dollarumma”. L’ex tanto odiato è decisivo sulla punizione di Theo e più ancora sul destro arcuato di Okafor, entrato al posto dello stremato Leao. Così Luis Enrique resta in partita fino in fondo, cambiando uomini e atteggiamento, diventando padrone di campo e pallone, ma creando molto meno pericoli di quanto si potesse pensare. La strada per l’Europa resta in salita, ma almeno è tornata a essere qualcosa in più di un sogno. Prossima tappa, il Dortmund di nuovo a San Siro. @GianniVisnadi