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    Milan, 110 milioni di acquisti e non vederli: come può non essere una colpa?

    Milan, 110 milioni di acquisti e non vederli: come può non essere una colpa?

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Centodieci milioni di acquisti e non vederli. Cinquanta l’anno scorso. Certo, al Milan manca il centravanti, però in estate nessuno si è esentato dall’applaudire l’ad Furlani e il suo moneyball, così come l’anno prima tutti si spellavano le mani per Maldini e Massara. E allora perché il Milan ha finora fallito ogni crash-test?

    Qui i pareri divergono e per quelli che va sempre tutto bene, Pioli è bravo e ha vinto uno scudetto, Furlani e l’algoritmo sono il futuro, il calcio sostenibile di Elliott e RedBird è il presente, gli equilibrismi diventano impossibili. O il Milan ha acquistato giocatori mediocri o l’allenatore non riesce a farli rendere per quello che valgono (e in ogni caso per quello che sono stati pagati).

    La via di mezzo, resta quella di prendersela con Leao, che non corre, non segna, non tira, ride sempre, ride troppo, sembra Balotelli, Sacchi non l’avrebbe fatto giocare e tutto il resto. In proposito, Ibra ha già risposto per tutti. Leao non è il problema del Milan, semmai ne è la soluzione. A patto però di utilizzarlo per quelle che sono le sue caratteristiche: diamogli campo e facciamolo correre. Presto o tardi, nel Milan o altrove, ci sarà qualcuno che lo capirà e costruirà il gioco sul suo giocatore più forte, invece anche a Parigi, Pioli ha risposto all’aggressione altrui (nel pt il PSG ha giocato altissimo e tenuto palla per quasi il 70% del tempo) andandone ad aggredire i difensori, o meglio provandolo a fare. Nel secondo tempo è stato Luis Enrique a giocare per le sue frecce, approfittando degli spazi regalati dal Milan. Un disastro spiegato nemmeno per intero dallo 0-3 finale.

    Il PSG è forte, ma non è una squadra perfetta. Ha il giocatore oggi migliore del mondo, e non da oggi, ma fino a mercoledì in stagione aveva perso le stesse partite del Milan, due, compresa quella in casa del Newcastle, che all’inizio di ottobre l’ha umiliato (4-1). Arriva Pioli e Parigi sembra una corrazzata inaffondabile. Non sottovalutiamo quello che ha detto Calabria dopo la sconfitta, un’accusa diretta al suo allenatore. Non è il miglior capitano nella storia del Milan, ma ormai ha molta esperienza e in più ha la sensibilità che uno straniero non può avere o avvertire. Eppure gli equilibristi di corte, quelli del va tutto bene, sono prontissimi a spiegarci che è stato solo un malinteso.

    C’è stato un tempo in cui Pioli aveva Kessie, Tonali e Bennacer e giocava con due centrocampisti. Ora che non ha nessuno dei 3, ha cambiato modulo e fa fare il regista a Krunic, anche quando cammina. Metteva 4 giocatori d’attacco, quando a destra non aveva che Messias e Saelemaekers, ha cambiato modulo ora che gli hanno comprato più esterni che nella storia recente del club. Abbiamo visto poco Okafor e niente Chukwueze, al netto degli acciacchi attuali. Pulisic ha un passato da fenomeno e un ottimo presente. Gli applausi agli acquisti d'estate non erano immotivati, anche se qualcuno è stato pagato un po' caro per l'inesperienza dei dirigenti (Musah più del doppio di Tim Weah, che avrebbe permesso al club di riannodare il filo con la storia).

    Perché cambiare modulo proprio quest’anno? Una domanda che potrebbe fargli anche Giorgio Furlani, ma che evidentemente non gli fa perché per completare la squadra, oltre all’enigma Pellegrino, ha saputo portargli solo Jovic, talmente in condizione che ora si fa male anche in panchina. Icardi e Lukaku erano due occasioni e invece resteranno due rimpianti, almeno dei tifosi. Ma con loro il Milan non vincerebbe lo scudetto del bilancio, quello che a Elliott e RedBird evidentemente sta più a cuore.
    @GianniVisnadi
     

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