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    PSG troppo forte, Milan umiliato. Ma Pioli fa sempre gli stessi errori

    PSG troppo forte, Milan umiliato. Ma Pioli fa sempre gli stessi errori

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Stavolta niente alibi o giustificazioni come contro la Juventus. Vince il PSG semplicemente perché è più forte e gioca meglio, stravince 3-0 perché merita di farlo. Per la qualificazione si fa dura, ma si sapeva dal sorteggio di agosto. Il Milan non segna più (in Champions ormai sono 5 partite e mezzo), ma tanto per qualcuno è sempre e solo colpa di Leao.

    La prima verità è che il Milan ha un centravanti di 37 anni che in 2 mesi ha fatto 1 solo gol su azione e come riserva uno che stavolta si è fatto male nel riscaldamento (Jovic). Ci sarebbe da ridere se non fosse una situazione da pianto. Applausi a chi l’ha scelto l’ultimo pomeriggio di mercato. La seconda verità è che in estate non andava acquistato il vice-Giroud ma il vero centravanti, di cui Giroud avrebbe dovuto essere il vice, posizione per la quale peraltro era arrivato nel 2021.

    Non serviva questa partita per ribadire che il fenomeno è Mbappé e Leao solo la sua migliore imitazione. Kylian Mbappé è il più forte giocatore del mondo. Leao per crescere davvero ha bisogno di chi sappia valorizzare il suo calcio e non solo criticarlo se non tira abbastanza in porta. Ma da dove, ma quando?

    Nel primo tempo, la colpa più grande del Milan, contro una squadra che pressa, attacca e ha quasi il 70% di possesso palla, è quella di non riuscire quasi mai a innescare il portoghese. Conseguenza, anzi colpa del solito calcio ruminato, colmo di inutili passaggi laterali e dannose attese. Lo stesso che il Milan pratica sia che giochi contro chi lo aspetta, tipo l’Inter e la Juventus, sia contro chi lo attacca, come questo PSG. Come non imparare nulla nemmeno dalle sconfitte.

    Eppure per molti il problema del Milan è Leao. Del resto, se preferisci Krunic ad Adli, meriti questo e altro. Nel secondo la partita non ha storia, solo Maignan, un palo e qualche errore di mira impediscono ai parigini di maramaldeggiare sul Milan.

    In partenza, la mossa anti-Mbappé di Pioli è mettere Tomori dal lato di Kalulu anziché quello solito di Theo. Un modo per avere il difensore più veloce più vicino all’avversario più forte. Thiaw però anche stavolta si dimostra troppo acerbo nell’uno contro uno e dopo nemmeno 4 minuti è già ammonito, perché atterrarlo è l’unico modo che ha per fermare Dembelé. Regge un tempo, di sofferenza pura, poi nell’intervallo torna Calabria a destra e Kalulu fa coppia con Tomori, come nell’anno dello scudetto.

    La giocata del vantaggio parigino è eccezionale, favorita dall’ingenuità di Reijnders e dalla sua incapacità di fermare anche con un fallo a metacampo il giovane talentuosissimo Zaire-Emery, che a dispetto dei 17 anni gioca con la personalità di un veterano. Il colpo di Mbappé è conosciuto, atteso, lo guardi e già sai cosa farà. Lo sa anche Tomori, che però non può impedirgli nulla, doppio passo, un’altra finta, tiro e gol. Maignan fulminato.

    L’avvio del secondo tempo è devastante per il Milan. Passa nella stessa azione da un angolo battuto a un gol subìto (Dembelé) ma il Var pesca un fallo di Ugarte su Musah in ripartenza. Nulla da fare 5 minuti dopo, quando subisce il raddoppio vero, evitabilissimo se solo la difesa avesse letto meglio il precedente calcio d’angolo: 8 difendenti e 3 soli attaccanti in area, Dembelé compreso. Controllo e tiro del francese, Maignan respinge come può, tap-in vincente di Kolo Muani. In mezzo l’azione più pericolosa di tutta la partita del Milan, sprecata per eccesso di generosità (o paura di sbagliare?) da Pulisic, che serve a Giroud un pallone improbabile e soprattutto irraggiungibile. Poi la chiude il coreano Lee. E il Milan è meglio cominci a pensare al Napoli.
    @GianniVisnadi
     

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