
Repubblica - Spalletti e i giocatori non andavano d'accordo: cosa c'è dietro il fallimento dell'Italia
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TANTA CONFUSIONE - Come riporta Repubblica l'Italia non è mai stata veramente unita. Da una parte c'era il ct, con le sue idee, i suoi meccanismi, le sue pretese, dall'altra il gruppo squadra, a chiedere più certezze. Due fazioni con posizioni distanti, in conflitto tra di loro. Ma quello che si è visto in campo non si può spiegare solo con la difficoltà di attuare le richieste. È mancato tutto, a partire dall’impegno. Probabilmente anche in allenamento.
NIENTE LEADER E LA SCELTA DI FAGIOLI - Uno dei problemi maggiori è che Spalletti si è trovato per le mani una squadra senza leader. Senza Bonucci e Chiellini, due figure carismatiche e fondamentali nel successo del 2021. Questo ha dato forza ad alcuni gruppetti interni allo spogliatoio con cui la chimica non è scattata. Qualcuno ha accusato l’allenatore anche per la preparazione, poco incentrata sull’intensità, a detta di alcuni giocatori. Addirittura c’è chi aveva messo nel mirino la convocazione di Fagioli, ritenendolo un delatore per aver tirato in ballo Tonali nella questione scommesse
2-0 SVIZZERA, UNA LIBERAZIONE - Secondo quanto scrive Repubblica, il gol del 2-0 della Svizzera è sembrato essere quasi liberatorio per la squadra, incapace di soddisfare le richieste del suo allenatore. Non è da escludere che ci sia stata una sorta di pigrizia mentale, se non fisica, dietro le resistenze al “calcio perimetrale” che voleva imporre Luciano Spalletti. Una sorta di scetticismo, neanche troppo velato.
CAMBIO DI MODULO E DI LORENZO - Quello che è successo a due ore dalla sfida contro la Croazia (pareggiata 1-1 con gol nel recupero di Zaccagni) ha spiazzato il gruppo: tutti si aspettavano di continuare con gli stessi principi tattici visti nelle prime due uscite contro Albania e Spagna, ma Spalletti, a sorpresa, ha deciso di cambiare tutto. Difesa a tre, due attaccanti, fuori un paio di giocatori che pensavano di esserci, ripescati due che si sentivano esclusi. Poi, la conferma di Di Lorenzo: il peggiore ma anche l'intoccabile. E chi poteva giocare al suo posto finiva colpevolmente per sentirsi in vacanza.