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    Milan, da Pioli a Fonseca non cambia la mentalità: sbagliata l’ennesima partita chiave per il salto di qualità

    Milan, da Pioli a Fonseca non cambia la mentalità: sbagliata l’ennesima partita chiave per il salto di qualità

    • Daniele Longo
    Il Milan voleva e doveva ripartire dal secondo tempo di Leverkusen e invece si rende protagonista di una prestazione sconcertante al Franchi. La Fiorentina passa per 2-1 e rimanda all’inferno un Diavolo confuso sotto ogni punto di vista. Dagli strafalcioni difensivi di Tomori, Theo ed Emerson ai due rigori, passando da due sostituzioni alquanto opinabili. Fonseca cambia i due giocatori che stavano creando gol e pericoli, Pulisic e Leao, per tenere in campo i fedelissimi Morata e Abraham, entrambi protagonisti di prestazioni negative.

    PASSO INDIETRO - L’occasione era ghiotta dopo aver ottenuto tre successi consecutivi contro Venezia, Inter e Lecce: salire al secondo posto in classifica. Il Milan sbaglia ancora l’interpretazione della gara e fa un passo indietro netto nel proprio percorso di crescita. Per Fonseca questa sarà una lunga sosta, con il malumore dei tifosi e diverse situazioni interne da risolvere. In primis il mal di trasferta: due brutte sconfitte contro Parma e Fiorentina, il pareggio sofferto di Roma contro la Lazio e l’unico exploit contro l’Inter seppur a San Siro.
    ESAMI SBAGLIATI -  Il Milan ha cambiato l’allenatore e qualche giocatore la scorsa estate ma non un trend che lo vede soccombere sempre nel momento in cui è chiamato a fare il salto di qualità. Nella scorsa stagione cinque  fotografie: la sconfitta interna contro la Juventus che interruppe una serie di 4 successi consecutivi, l’eliminazione in Coppa Italia ai quarti contro l’Atalanta e quella, sempre ai quarti, contro la Roma in Europa League, il 4-2 contro il Monza oltre il 5-1 dell’Inter che cambiò radicalmente le ambizioni in campionato. Fonseca ha certamente grandi ed evidenti responsabilità, ma il problema principale risiede nella mentalità di un gruppo incapace di viaggiare ad alta quota. Il tema è centrale e va affrontato in queste due settimane di sosta, perché con questo atteggiamento non si può puntare allo Scudetto. 

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