Juventus, quanto costa Chiesa se resta. La cifra minima per evitare la minusvalenza
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Il tempo stringe, la scadenza del 30 agosto (termine della sessione estiva del calciomercato) si avvicina e le parti sono al lavoro per trovare una soluzione che accontenti tutti: la Juventus, che chiede almeno 20 milioni per cedere il cartellino di Chiesa, giunto a un anno dalla scadenza del contratto, e il giocatore, in cerca di un contratto da almeno 6 milioni netti a stagione.
L'ipotesi che nessuno vuole prendere in considerazione, soprattutto la Juventus, è quella di arrivare al termine del mercato senza aver trovato una soluzione in uscita per il classe 1997 della Nazionale.
Per Chiesa trascorrere un anno da separato in casa sarebbe un neo nel pieno della carriera, ma poi si aprirebbero le porte per una trasferimento a parametro zero nel 2025, con la possibilità quindi di ottenere un ingaggio potenzialmente più altro in un'altra piazza.
Per la Juventus, che mettendo Chiesa così platealmente sul mercato si è assunta un bel rischio, non riuscire a vendere l'ormai ex numero 7 entro il 30 agosto sarebbe un disastro. Lo sarebbe dal punto di vista ambientale, per la gestione del giocatore da qui a giugno 2025. E lo sarebbe, ancora di più, dal punto di vista economico. Arrivato dalla Fiorentina nel 2020 per 40 milioni più 10 di bonus, pagabili in tre esercizi, Chiesa ha ancora un anno di contratto. Considerato quindi l'ammortamento, con i costi relativi a Chiesa ancora a bilancio eventualmente fino al 30 giugno del 2025, e considerato l'ingaggio dell'ex viola, di 5 milioni più bonus, l'attaccante per un altro anno peserebbe sulle casse del club per circa 20 milioni di euro.
Se la Juventus riuscisse a vendere Federico Chiesa in questa sessione di mercato, la cifra minima che dovrebbe incassare per non incappare in una minusvalenza sarebbe di 14 milioni e 285 mila euro. Per questo motivo, Giuntoli parte da una richiesta 25 milioni, con la possibilità di scendere a 20.