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Juvemania: la squadra è con Thiago Motta, va confermato. Bisogna crederci, ma non per lo Scudetto
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Naturalmente, ci sono vittorie e vittorie. Quella di ieri è stata significativa perché ha dato risposte concrete. La prima: la squadra è ancora con Thiago Motta, e il campo lo ha confermato. La seconda: ci sono giocatori in grado di cambiare il destino di questa fase finale. Thuram si è visto solo a sprazzi, Kalulu è tornato, Kelly sta crescendo e Koopmeiners ha ritrovato il gol. Segnali. Di crescita e di ripresa.
Lo sappiamo: è difficile non guardare la classifica, ma è proprio ciò che ora va evitato con attenzione e lucidità. Immaginare la Juve più in alto di dove sia realmente sarebbe come indossare occhiali scuri di notte: magari aggiunge fascino e mistero – come cantava Battiato – ma rischia di far perdere il contatto con la realtà. La notizia più importante non è aver accorciato sull’Inter, ma aver rispedito la Lazio al quinto posto, in attesa di giocarsi un pezzo di stagione contro l’Atalanta.
Le dichiarazioni dei giocatori riflettono la natura squilibrata dell’entusiasmo. Yildiz crede oltre la qualificazione Champions, Cambiaso preferisce pensare partita dopo partita. E Thiago Motta? Lui guarda avanti, alla sfida contro la Dea. La vittoria con il Verona è stata un peso tolto dalle sue scarpe eleganti, che a volte sembravano troppo strette, altre perfettamente su misura. A Carnevale è caduta la maschera di chi lo voleva despota dello spogliatoio: con quell’abbraccio collettivo ha mandato un messaggio chiaro, spazzando via le voci. Come un pulsante rosso che cancella i dubbi della critica.
Certo, gli errori ci sono stati (dai, Thuram!). E c'è stato il peccato naturale della gioventù, perché questa squadra non è mai stata "ladra", mai davvero scaltra. C’è ancora molto da affinare nella gestione, nelle dinamiche di personalità. Ma ci sono anche basi solide. Un progetto che resta ambivalente: da una parte, il desiderio di costruire qualcosa di migliore; dall’altra, la curiosità di scoprire fino a dove potrà arrivare questa squadra. Con scelte giuste sul mercato, quale potrebbe essere il vero limite della Juventus?
A inizio marzo, dopo la settimana più difficile della stagione, la vittoria con il Verona lascia un pensiero chiaro sulla guida tecnica: non si può non ripartire da Motta. Anche solo per un'altra stagione. Anche solo per non sconfessare quanto costruito. Per non tornare a zero. No, con Thiago si riparte da tre, come Troisi. Perché tre cose gli sono riuscite: reazione, gruppo, crescita. Soprattutto la sua. E la crescita, si sa, non è ancora finita. Anzi.
Commenti
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Anche perché con lo scudetto praticamente in tasca voglio vedere come fai a mandarli via