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    Juve, i meriti di Giuntoli non esistono: dipenderà tutto da Allegri

    Juve, i meriti di Giuntoli non esistono: dipenderà tutto da Allegri

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Diciamoci la verità: se non l’avesse firmato Giuntoli, il mercato della Juventus avrebbe ricevuto un mondo di critiche. Zero acquisti, perché l’unico nuovo bianconero è Tim Weah, acquistato a giugno, quando ancora Giuntoli era un tesserato del Napoli. E anche molte meno cessioni del previsto e di quanto servisse. Gli estimatori, i cantori di corte che non mancano mai, rilevano come abbia sensibilmente abbassato il monte ingaggi, ma dimenticano che Di Maria e Cuadrado erano in scadenza, che Paredes non è stato rinnovato, che Bonucci è stato messo alla porta da Allegri, sostanzialmente non dicono che i meriti di Giuntoli in queste operazioni sono zero e che semmai gli errori, o chiamatele scelte, erano di chi l’ha preceduto.

    Giuntoli è arrivato per vendere, e non ha venduto. Non abbastanza, per lo meno. Soprattutto non ha potuto comprare, ma questo l’aveva fatto capire, se non proprio detto chiaramente, la prima volta che ha parlato da dirigente della Juventus. Eppure per i trombettieri di corte, sempre loro, ha già rimesso in piedi la squadra, limato gli eccessi, tolti gli spigoli e dato ad Allegri una squadra da scudetto. Ma come, quale, se è la stessa dell’anno scorso e anche meno?

    La stessa grande operazione Lukaku-Vlahovic col Chelsea è stata un fallimento, vista in chiave bianconera. Allegri voleva Lukaku, perché funzionale al suo gioco e perché convinto che col centravanti belga la Juventus avrebbe potuto lottare per lo scudetto. Pensiamo che avesse ragione. Vlahovic rispetto a Lukaku oggi è solo più giovane, il suo vero valore ancora non è dimostrato. E soprattutto non lo è nella Juventus di Allegri, in cui per un anno è mezzo è stato un corpo quasi estraneo, al netto della pubalgia che l’ha tormentato. L’altra sera, in Nazionale, lui è rimasto in panchina, mentre al suo posto contro la Lituania ha giocato e segnato 3 gol un 29enne che gioca in Arabia Saudita. Perché giovane è bello, ma non è abbastanza.

    La Juventus, non solo Allegri, voleva lo scambio perché l’operazione Vlahovic è una delle più sciagurate dell’intera gestione Agnelli. Per il costo del cartellino (81 milioni) e per l’ingaggio del giocatore: 20 milioni lordi quest’anno, 25 milioni lordi fra 2 stagioni, per quello che attualmente sarebbe il suo ultimo anno in bianconero. Non solo per il Decreto Crescita, Lukaku sarebbe costato molto meno. E proprio per questo motivo, appena chiuso il mercato, il club ha chiesto ai rappresentanti del centravanti serbo di cominciare a ragionare sul prolungamento dell’accordo e lo spalmamento dell’ingaggio.

    Kulusevski e Zakaria sono stati ceduti a titolo definitivo, ma non erano certo loro il problema. Così come Luca Pellegrini e Rovella, col rischio anzi di dovere un giorno rimpiangere il nemmeno 22enne centrocampista. Arthur è stato solo prestato, senza alcun obbligo di riscatto della Fiorentina, e la Juventus contribuisce oltre il 50% ai 6/7 milioni netti d’ingaggio del brasiliano (4,5 garantiti più bonus). Eppure da più parti è stata letta come una grande operazione, del nuovo re del mercato (De Laurentiis evidentemente non la pensa così, se gli ha concesso di andare a lavorare per la grande rivale).

    Certo, Giuntoli non ha trovato la miglior situazione possibile a Torino, questo per colpa di chi l’ha preceduto. Ingaggi alti, troppo, per giocatori spesso sopravvalutati e perciò in molti casi non semplici da maneggiare, però va sempre ricordato come la proprietà gli abbia affidato le chiavi del club per la gestione tecnica: 5 anni di contratto, pare al doppio di quanto percepiva a Napoli, 2 milioni netti anziché 1. I risultati conteranno anche per lui, non solo per Allegri.

    @GianniVisnadi

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