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    Il Bologna dimostra che la nuova Juve non esiste, Allegri ringrazia l'arbitro

    Il Bologna dimostra che la nuova Juve non esiste, Allegri ringrazia l'arbitro

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    La luna di miele è già finita? Un mese abbondante di propaganda, la voglia di raccontare una Juventus nuova, diversa, la miopia di non capire quanto fosse stata fortunata e figlia anche del caso la rotonda vittoria di Udine e al debutto allo Stadium l’amara realtà dei fischi e soprattutto la frenata contro il Bologna di Thiago Motta, che ha molto da reclamare e recriminare, per un rigore solare che, già sullo 0-1, oltre la metà del secondo tempo avrebbe di fatto chiuso la partita.

    La favola della nuova Juventus non esiste. Esiste una squadra che era già forte lo scorso anno, parliamo di Italia sia chiaro, terza sul campo giocando più male che bene, a volte malissimo, e col peso psicologico di quel che accadeva fuori dal campo. Forte, ma con gli stessi difetti, che nessunn Magnanelli potrà correggere, perché la squadra è al momento la stessa dello scorso anno, Cambiaso è una ventata di aria fresca, ottima benzina tricolore per la propaganda, ma Kostic è più forte.

    Tim Weah, l’unico altro giocatore nuovo, è uomo adatto per esaltare il calcio di Allegri, ma allora la Juventus deve uscire dall’ibrido che è oggi e tornare a giocare in contropiede. Vlahovic è forte e segna e probabilmente stavolta è stato il più bravo di tutti, ma ad Allegri sarebbe servito Lukaku. E chissenefrega dello spettacolo, contano i gol e i punti.

    Contro il Milan, Thiago Motta era partito a razzo, ritrovandosi sotto di 2 gol dopo 20 minuti. La lezione è servita. Qui invece aspetta, forse anche curioso di capire dal vivo quanto fosse cambiata la Juventus. Che prova a manovrare e verticalizzare, ma finché la tessitura del gioco resterà affidata a Locatelli non potrà essere molto differente dal passato. C’è un po’ più di pressione alta, ma non è continua e soprattutto non è quasi mai di squadra, più che altro sono Chiesa e Vlahovic a dannarsi individualmente per bloccare il giro palla avversario.

    Mentre il gioco della Juventus non produce nulla, a metà primo tempo si accende il Bologna, ispirato dal centravanti-play Zirkzee e dagli esterni Orsolini (a sinistra, su Weah) e Ndoye (a destra, su Cambiaso). Perin prima para su quest’ultimo, poi deve arrendersi a Ferguson (ottimo Zirkzee, pasticcioni Bremer e Alex Sandro, in ritardo Cambiaso), che poco dopo spreca un’altra palla gol. Insomma, In questo frangente la Juventus è in balia del Bologna. In tutto il primo tempo, un unico tiro bianconero, di Tim Weah.

    Fuorigioco di Rabiot, rilevato dal Var, sul bel gol di Vlahovic in avvio di ripresa, quando la Juventus sembra stimolata dall’inatteso risultato e dai fischi dei tifosi. Ma l’episodio chiave, da giurisprudenza per l’intero campionato, è un altro. L’intervento di Illing jr su Ndoye oltre la metà del secondo tempo (26’) sembra da rigore netto (ed espulsione) non solo a Thiago Motta (ammonito per proteste, espulso un suo collaboratore) ma l’arbitro Di Bello e il Var Forneau la pensano in modo differente. L’episodio pesa sul risultato finale, perché tiene in vita la Juventus.

    Allegri manda dentro Pogba, non pervenuto: la speranza non confessata è che vedendolo in campo, da qui al 7 settembre arrivi una proposta dall’Arabia. Illing jr invece è decisivo nel pescare la testa di Vlahovic a centro area: grande elevazione e gol del pareggio, quando in teoria (35’ st) ci sarebbero ancora tempo e spazio per vincere la partita. L’assalto finale è generoso ma confuso e mai pericoloso. Non dà i 3 punti, ma serve almeno a evitare nuovi fischi. Non la prima delusione.
    @GianniVisnadi
     

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