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    Lukaku alla Roma, l'errore più grande è quello dell'Inter

    Lukaku alla Roma, l'errore più grande è quello dell'Inter

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Lukaku sposta gli equilibri e brava è la Roma a sfruttare un’opportunità insperata. Big Rom più Dybala più Mourinho: ce n’è abbastanza per credere che da domani ci sarà una squadra in più iscritta alla corsa per lo scudetto. A Torino c’è un allenatore che voleva Lukaku e vorrebbe Morata e invece dovrà tenersi Vlahovic: Giuntoli ha provato a prendere Big Rom, ma come sappiamo da mesi, se prima non vende, la Juventus non compra e dopo un mare di chiacchiere siamo a Weah e Cambiaso, e meno male che almeno loro ci sono.

    Lukaku, uno che in Italia garantisce 25/30 gol a stagione e l’ha già dimostrato, avrebbe fatto comodo anche al Milan, che però s’è mosso presto e male, quando il Chelsea era disponibile solo a vendere e non ancora a prestare. RedBird ha deciso fossero meglio due centrocampisti da 20 milioni piuttosto che un attaccante da 40: vedremo quel che dirà la stagione.

    Chi su Lukaku ha puntato tutto e anche di più è stata l’Inter e forse, dopo che Marotta e Ausilio si sono ridotti a chiudere il parco attaccanti con i 35enni di ritorno Arnautovic e Sanchez, è il caso di rileggere i giorni della rottura fra il club nerazzurro e il centravanti belga.

    Lukaku parte per le vacanze e assicura a tutti, Inzaghi prima che agli altri, di essere strafelice di continuare l’avventura in nerazzurro nella nuova stagione. Su questa base, l’Inter intavola la trattativa col Chelsea, chiudendola a 40 milioni per l’acquisto definitivo, autorizzato addirittura a Nanchino da Zhang sr. La storia è nota: l’avvocato di Lukaku lo offre a più squadre, intercetta l’interessamento della Juventus, stringono un accordo per un triennale da 11 milioni netti, che a Torino devono però vincolare a una cessione importante, Vlahovic o Chiesa.

    A quel punto, Lukaku si nega ai compagni, non risponde a Marotta, finché dopo giorni di silenzio, quando già la trattativa con la Juventus è venuta a galla, a tarda sera chiama Ausilio. Ecco, il momento importante è questo. La telefonata al diesse, che il giorno dopo non farà mistero – a chi lo chiama – di raccontare com’è andata. Meno di un minuto, poche parole, durissime, a voce alta: la rottura è definitiva, impossibile tornare indietro. È probabilmente il fatto che ci sia la Juventus di mezzo a fare infuriare Ausilio e tutta l’Inter, oltreché i suoi tifosi, che infatti plaudono e puntano l’indice contro il traditore Lukaku, l’ingrato Lukaku, l’obeso Lukaku, l’esoso Lukaku.

    Una reazione umana e comprensibile, quella di Ausilio. Ma non giustificabile, perché non  è la reazione da manager di una grande azienda, che avrebbe dovuto convocare il giocatore in sede, chiarire, capire, valutare insieme. Un giocatore appena due giorni prima definito pubblicamente nodale nel progetto nerazzurro sia da Marotta sia da Inzaghi.

    Da quella notte, Lukaku è stato oltre un mese senza squadra, fuori dal Chelsea e non dentro alla Juventus. Avesse evitato la reazione tanto istintiva quanto senza ritorno (e non risulta che Lukaku abbia mai cercato di ricucire dopo quella telefonata di fuoco) l’Inter avrebbe avuto tutto il tempo per chiudere l’affare con il Chelsea e Inzaghi avrebbe avuto il centravanti che anche alla vigilia del debutto in campionato ha fatto capire di rimpiangere. A chi obietta: nemmeno ai tifosi avrebbero accettato uno che dice di amare l'Inter e tratta con la Juventus, non serve ricordare che nell'Inter adesso gioca Cuadrado e soprattutto, potevano esserci mille modi per tornare indietro dialetticamente da quel contatto "proibito".

    Adesso invece spunta la Roma, che somma Lukaku a Dybala e avrà così la coppia progettata un anno fa dall’Inter, ridottasi a puntare prima su Arnautovic e ora addirittura su Sanchez, pagato un anno fa perché se ne andasse e richiamato ora per mancanza di alternative, ma diciamolo, anche un po’ di fantasia.

    @GianniVisnadi
     

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