Inter, l'evoluzione di Calhanoglu: regista per caso con Giampaolo, ora è top al mondo
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TOP AL MONDO - Non ha dubbi Simone Inzaghi, che a fine partita coccola il centrocampista turco e lo consacra nel gotha del pallone: "E' tra i top registi al mondo? Assolutamente sì, è stato bravissimo". Lo dicono i numeri di Calhanoglu, 9 gol in Serie A come nella stagione 2019/20 con il Milan più uno in Supercoppa Italiana e uno in Champions League. Per trovare numeri migliori bisogna tornare ai tempi del Bayer Leverkusen (13 gol totali nel 2013/14) o addirittura del Karlsruher (17 gol in 3. Liga nel 2012/13), che lo mettono alle spalle solo di Jude Bellingham in Europa. I numeri però non raccontano tutto il lavoro di Hakan, centro assoluto del gioco nerazzurro. Scende a costruire tra i centrali, si propone in appoggio agli attaccanti, è aggressivo ed efficace in fase di non possesso, sventaglia da una parte all'altra. Prendete il lancio dalla propria trequarti per Dimarco durante la sfida con la Juventus. Calha alza la testa, sguardo veloce e colpo di mezzo esterno, il pallone non si alza troppo e arriva per fetto sulla linea di corsa dell'esterno. Non un giro di più, non uno di meno del necessario. Ne scaturisce un'occasione ghiotta per Thuram, che solo l'intervento in extremis di Bremer riesce a sventare. Poesia in movimento, nulla da invidiare ai passaggi chirurgici cui negli anni hanno abituato fenomeni del calibro di Kevin De Bruyne o Toni Kroos.
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— Lega Serie A (@SerieA) February 5, 2024
L'ESPERIMENTO DI GIAMPAOLO - E pensare che regista lo è diventato quasi per caso. La grande intelligenza tattica e le evidenti qualità tecniche di Calhanoglu hanno reso possibile questa evoluzione, diventata necessaria per contingenza. Un percorso che sarebbe potuto iniziare tanti anni fa, perché il primo esperimento risale al Milan e porta la firma di Marco Giampaolo. E' il 25 agosto del 2019, prima di campionato dei rossoneri a Udine nell'allora Dacia Arena (oggi Bluenergy Stadium). Una partita che non passa alla storia per lo spettacolo e che fa male al Diavolo, sconfitto 1-0 dall'Udinese con il colpo di testa di Rodrigo Becão. Giampaolo, arrivato dopo Gattuso e le buone cose mostrate sulla panchina della Sampdoria, si lancia in un 4-3-1-2 azzardato a dir poco: Castillejo fa la seconda punta accanto a Piatek, Suso il trequartista, Paquetà la mezzala sinistra e Borini quella destra. E il regista davanti alla difesa è Calhanoglu, vista l'assenza per infortunio di Lucas Biglia. L'ex Leverkusen è un trequartista puro e fino a quel momento è stato impiegato in quel ruolo, come ala o come mezzala. Mai come perno basso. Il risultato? Hakan affonda coe i compagni: non fa finto, non crea gioco, bocciato su tutta la linea con la prospettiva di non essere riproposto in quella posizione.
LA SVOLTA CONTRO IL BARCELLONA - Con il Milan giocherà ancora rendendo meglio nei ruoli abituali, prima della separazione a parametro zero nell'estate del 2021 e il passaggio all'Inter. Ma per rivederlo regista bisogna attendere la scorsa stagione, 2022/23, e un'altra assenza. Seconda giornata dei gironi di UEFA Champions League, a San Siro arriva il Barcellona e non c'è il titolare di ruolo, Marcelo Brozovic. Ci sarebbe Kristjan Asllani, ma l'albanese è ancora acerbo e allora Inzaghi punta su Calhanoglu come regista basso. Una mossa che premia, perché il turco sfodera una prestazione di alto livello arricchita dal gol vittoria. E' l'inizio della 'seconda vita' calcistica di Hakan, un'evoluzione che ha dato ai nerazzurri la convinzione di potersi liberare senza patemi di Brozovic e di non dover investire su un altro regista. Un'evoluzione che ha convinto la società di poter invece prescindere da Calhanoglu, blindato lo scorso luglio con un rinnovo che ha portato l'ingaggio a 6,5 milioni di euro a stagione più bonus. Con buona pace delle pretendenti, soprattutto in Arabia Saudita.
PIRLO 'TARDIVO' - Nato trequartista, ora è uno dei tre registi migliori al mondo, se non il top in assoluto. Una parabola che ricorda a molti quella avuta da Andrea Pirlo, che però questa trasformazione l'ha vissuta nei primi passi della carriera. Anche lui giocava da 10, ma prima ancora dei trionfi al Milan con Carlo Ancelotti ci aveva già pensato Carlo Mazzone a Brescia ad arretrarlo per rendere possibile la convivenza con Roberto Baggio. Parallelismi e suggestioni che stuzzicano la fantasia, ma ad accenderla ancor di più è quello che Hakan fa vedere sul campo: l'evoluzione di Calhanoglu è uno dei segreti dei successi dell'Inter negli ultimi anni.
@Albri_Fede90