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    Tutto come da pronostico: l'Inter vince e scappa, la Juve paga i suoi evidenti limiti

    Tutto come da pronostico: l'Inter vince e scappa, la Juve paga i suoi evidenti limiti

    • Renato Maisani
    "Tutto va come deve andare", cantava Max Pezzali più di vent'anni fa (sì, sono passati più di 20 anni ahinoi!) ma la colonna sonora di questo Inter-Juventus è da chiedere in prestito proprio al cantante nerazzurro.

    Perché sì, tutto è andato proprio come ci si aspettava alla vigilia. Perché l'Inter ha vinto, rispettando il pronostico. Perché la Juventus non ha mai impensierito Sommer, spaventandolo appena in qualche circostanza. Perché l'Inter ha fatto la partita e la Juventus non è riuscita a farla nemmeno in situazione di svantaggio. E perché, soprattutto, la Juventus ha mostrato ancora una volta i limiti di alcuni giocatori probabilmente inadeguati per certi palcoscenici.

    L'Inter ha un organico superiore a quello della Juve - e questo ce lo diciamo da agosto - e la squadra di Allegri, dal canto suo, ha sicuramente alzato al massimo l'asticella, tenendo testa ai nerazzurri - almeno fino ad oggi - e spingendosi oltre i propri limiti. Limiti che però, talvolta, risultano invalicabili. Uno di questi, ancora una volta, è rappresentato dalla qualità della linea di centrocampo: Locatelli, anche stasera positivo in fase di contenimento, non è quel tipo di giocatore che permette alla squadra di mettere in difficoltà gli avversari orchestrando rapide ripartenze o inventandosi verticalizzazioni pericolose. Allo stesso modo Rabiot, sempre bravissimo senza palla, non ha certo vita facile contro difese ordinate e sempre schierate. 

    E così, le uniche due vere occasioni dei bianconeri nascono da un'iniziativa individuale di McKennie e da una conclusione estemporanea di Gatti. E Vlahovic? Il serbo, seppur in ottime condizioni, si è visto poco e - soprattutto - ha sprecato una colossale palla-goal sbagliando un controllo a pochi passi da Sommer. Errori che, a certi livelli e soprattutto in certe serate, non possono essere ignorati. E il giovane talento Yildiz, al suo primo vero big-match, si è visto poco o nulla. Anche questo, probabilmente, era abbastanza pronosticabile.

    E quando al minuto 95, l'ultimo pallone viene gettato via - un po' a casaccio - dal neoentrato Miretti, i titoli di coda sul Derby d'Italia arrivano insieme alla convinzione che la Juventus fino a questo momento della stagione ha fatto ciò che ha potuto, forse anche di più.

    Adesso è tutto in mano all'Inter: con 4 punti di vantaggio, una partita ancora da recuperare e nessuno scontro diretto coi bianconeri all'orizzonte, i nerazzurri sono padroni del loro destino e Simone Inzaghi sa che tra lui e il suo primo Scudetto da allenatore ci sono pochi ostacoli. Un'occasione che non può permettersi di sprecare

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