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    Intermania: la Juventus da scudetto è una favola per colpa di Inzaghi

    Intermania: la Juventus da scudetto è una favola per colpa di Inzaghi

    • Cristian Giudici
    La grande vittoria di Simone Inzaghi su Massimiliano Allegri. L'Inter si aggiudica lo scontro diretto per lo scudetto con la Juventus e consolida il primo posto in classifica, con 4 punti in più e una partita giocata in meno. A prescindere da come finirà questo campionato, l'allenatore nerazzurro è già riuscito in un'impresa: deformare la realtà. 

    DA FAVOLA - Il bel gioco dato da Inzaghi a una squadra sapientemente costruita dai dirigenti sul mercato (a budget zero) ha reso agli occhi del pubblico la sua Inter stra-favorita per la conquista del campionato. Un po' come il Real Madrid in Spagna, il Paris Saint-Germain in Francia e il Bayern Monaco in Germania. Mentre la Juve, il club più titolato d'Italia, sembra una sorprendente outsider come il Girona di Michel, il Nizza di Farioli o il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso (l'unica nei 5 maggiori tornei europei ad avere una striscia di risultati positivi più lunga di quella bianconera fino a ieri). Tutti allenatori che praticano un calcio molto organizzato e propositivo. 

    CHE DIFFERENZA - Invece Allegri sceglie di presentarsi a San Siro con un atteggiamento molto difensivo, lo si era già capito ascoltando le sue parole nella conferenza stampa della vigilia. Come sottolineato da Inzaghi, la Juve rimane in partita grazie a Szczesny, mentre dall'altra parte Sommer è "bello riposato". 
    Dai portieri agli attaccanti. Vlahovic e Yildiz vengono criticati, ma sono lasciati troppo isolati in avanti. Poi dalla panchina si alza una riserva di lusso del calibro di Chiesa, mentre dall'altra parte entra Arnautovic... 
    L'azione del gol parte da una palla recuperata nella propria area di rigore da Mkhitaryan, che poi mantiene il possesso insieme a Calhanoglu, Darmian, Barella e Pavard con 19 passaggi in 50 secondi senza alcuna pressione da parte dei bianconeri fino al limite dell'area. 

    A TESTA ALTA - Inzaghi se l'è giocata alla pari con il Manchester City di Guardiola in finale di Champions League. Perché Allegri non può almeno provare a fare lo stesso contro l'Inter? Forse se lo chiede pure Giuntoli. E la riposta può portare a un nuovo allenatore sulla panchina della Juventus nella prossima stagione. Thiago Motta con il Bologna è uscito sempre a testa alta e con un punto a partita nelle trasferte con Juve, Milan e Inter. 

    AGNELLI PADRONI - I nerazzurri sono i grandi favoriti per lo scudetto, come Allegri ama ripetere all'infinito. Nonostante ciò la Juventus ha anche dei vantaggi rispetto all'Inter: ha alle spalle la famiglia Agnelli, una proprietà solida e dalla storia centenaria; ha uno stadio di proprietà; ha una seconda squadra in Serie C; in questa stagione non ha le coppe europee. Eppure, anche senza gli introiti garantiti dalla partecipazione alla Champions League, non ha dovuto sacrificare nessuno dei propri titolari sul mercato in uscita. 

    MAROTTA LEAGUE - Inoltre la rosa bianconera costa di più (sia per l'acquisto dei calciatori, sia per i loro stipendi), ma vale di meno come quotazioni di mercato. Anche in questo caso il merito è di Inzaghi, Ausilio e Marotta. Accusato, tra il serio e il faceto, di spingere in alto l'Inter grazie ai suoi rapporti nella stanza dei bottoni del palazzo: prima con un calendario favorevole (?!?), poi con degli aiuti arbitrali. Per fortuna la direzione di Maresca è praticamente impeccabile. Come la stagione dell'Inter, almeno fino a questo momento. Però ci sono ancora quattro mesi di campionato, con 16 giornate da giocare e 48 punti a disposizione. La "lepre" in fuga non può e non deve distrarsi, altrimenti rischia di essere beffata sul traguardo dalla "tartaruga". Ma questa è un'altra favola. 
     

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