Redazione Calciomercato

Il Napoli e il solito crollo nella ripresa: secondo tempo sconcertante, Conte si dimentica di attaccare. E gli va bene così
- 87
Un po’ di giudizi sui singoli. Eccoli. Scuffet fa rima con il rendimento dell’influenzato Meret. Per Di Lorenzo è sempre dura, a tratti durissima e in un attimo (il gol dell’1-1) impossibile tenere a bada Ndoye o chi imperversa sulla fascia (Odgaard). Invece la coppia centrale Rrahmani-Jesus si mangia Dallinga e solo Olivera deve fare gli straordinari per limitare Orsolini. Nel trio di centrocampo Lobotka fa il geometra, McTominay l’artista e Anguissa il supereroe. Infine il tridente offensivo si sviluppa con Politano sempre attaccato al caricabatterie, Lukaku più centro-boa che centravanti e Neres meno guizzante del solito. Verso un quarto d’ora dalla fine Conte ha calato (tardi?) i jolly dei cambi, ma Raspadori e Gilmour non hanno screpolato il dominio bolognese.
Alla fine a Conte è andata bene. Il Bologna è stata la squadra che ha dato l’impressione di poter vincere, il Napoli nel secondo tempo non ha passato la metà campo… Ma perché il solito crollo nella ripresa? Bella domanda. Risposta statistica: di recente era successo con il Milan, Venezia e anche la Fiorentina. Risposta senza numeri, solo impressioni: il Napoli “Contiano” gode a difendersi, dimenticando di giocare e attaccare. Problema di mentalità, più che fisico-atletico. Questa è l’impressione, da verificare nelle sette giornate che mancano al traguardo.
Non solo calcio e Serie A. Se sei appassionato di scommesse, scopri i casinò con prelievo immediato e come riscattare subito le vincite.
Commenti
(87)Scrivi il tuo commento
il "gioco" di Conte è sempre stato questo, catenaccio e contropiede, niente di più