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Un po' allenatore, un po' psicologo: così Inzaghi si è ripreso l'Inter
PSICOLOGO - Tutti per Inzaghi, Inzaghi per tutti. Insieme hanno battuto il Barcellona dodici anni dopo l'ultima volta, il tecnico sapeva di non poter sbagliare. Così è entrato nella testa dei giocatori, ha lavorato sull'aspetto psicologico per far capire a tutti che da quel momento di crisi si poteva uscire. Proprio quella sera, in una delle notti più importanti. Sliding door. E anche in campo ha studiato ogni dettaglio, difendendo bassi e ripartendo ma senza mai perdere l'equilibrio.
LE SCELTE - 120 minuti tra Barça e Sassuolo per cancellare i dubbi e ritrovare certezze. I giocatori non hanno mai smesso un attimo di seguirlo, la squadra è sempre stata dalla sua parte e ora la bussola sembra finalmente ritrovata. Inzaghi è ripartito dagli aspetti positivi dei mesi precedenti, ha voltato pagina e così è riuscito a invertire la rotta. Ha lanciato Asllani e in Champions si è rivisto de Vrij, Onana ha debuttato in campionato giocando per la prima volta due partite di fila e in piena emergenza lì davanti ha tirato fuori il meglio da Edin Dzeko: doppietta col Sassuolo, 101 in Serie A. L'intoccabile? Dimarco. Che di partita in partita ha scalato le gerarchie mettendo la freccia su Gosens. Lui più altri dieci, Inzaghi non ne fa più a meno. C'era col Barcellona e c'era ieri in campionato, la seconda vittoria consecutiva dell'Inter. Un po' allenatore, un po' psicologo: per Inzaghi è il momento della svolta.