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    Report riscrive Calciopoli. Bergamo: 'La cena con Moratti, il patto per far fuori Moggi'. L'ex pm Lepore: 'Non c'era solo la Juve ma...'

    Report riscrive Calciopoli. Bergamo: 'La cena con Moratti, il patto per far fuori Moggi'. L'ex pm Lepore: 'Non c'era solo la Juve ma...'

    • Redazione CM
    La tanto attesa puntata di "Report" su alcuni particolari inediti dello scandalo di Calciopoli è andata finalmente in onda. Nella trasmissione di Rai 3, basata anche sui contenuti e sull'imponente mole di intercettazioni telefoniche all'interno della chiavetta USB dell'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi - di cui Calciomercato.com vi ha fornito in questi giorni ampia documentazione - è stato dato ampio risalto al ruolo dell'Inter che, secondo le accuse rilanciate negli anni dall'allora dirigente bianconero, è sempre rimasta estranea all'inchiesta del 2006.

    Tra i personaggi di quella stagione del calcio italiano che sono stati intervistati dai colleghi di Report anche uno dei due designatori arbitrali dal 1999 al 2005, Paolo Bergamo (che guidava i fischietti insieme a Pierluigi Pairetto), che ha svelato i termini di un incontro col presidente dell'Inter Massimo Moratti nei giorni successivi al 5 maggio 2002, quando i nerazzurri persero in volata lo scudetto contro la Juve: "Moratti mi chiama dopo quel giorno. Io vorrei fare una cena insieme a lei. Sono andato a casa sua ai primi di luglio, ci mettiamo a sedere io, lui e le nostre mogli. Nemmeno 5 minuti e mi fa: lei mi deve dire perché gli arbitri ce l'hanno con l'Inter. Lui sosteneva che noi mandavamo arbitri ostili all'Inter, per farla perdere. Le indagini organizzate da Moratti? Non erano legali queste indagini, hanno dato origine a richieste di risarcimento danni. Sono certo".

    PATTO IMPRENDITORIALE - Bergamo fa poi un'altra confessione piuttosto importante, che tira in ballo quello che all'epoca era uno dei collaboratori più stretti di uno dei personaggi di spicco della politica italiana - Massimo D'Alema - e del centro-sinistra del nostro Paese, che proprio nel 2006 avrebbe eletto il suo leader Romano Prodi come Presidente del Consiglio. Si riferisce all'onorevole Latorre, che gli avrebbe confessato l'esistenza di un patto di ferro, a livello di grandi rappresentanti del mondo imprenditoriale, per l'estromissione di Moggi e Giraudo, ex ad della Juventus, dai posti di comando in seno al club torinese: "C'era un accordo industriale tra Tronchetti Provera e Luca di Montezemolo. Grande Stevens, Gabetti e gli Elkann. Io ho saputo prima che Moggi e Giraudo li stavano facendo fuori, me l'aveva detto l'onorevole Latorre. La cordata formata doveva portare John Elkann a capo del gruppo Fiat, mentre la presenza di Giraudo e Moggi prevedeva che Andrea Agnelli sarebbe andato a capo. Riuscii dopo tanti tentativi a essere ricevuto dall'avvocato degli Agnelli, Galasso. Mi disse testualmente: Bergamo, io sono tifoso della Juve. In casa Agnelli si è preso in giro dieci milioni di tifosi, facendo apparire cose nelle quali ci sono cose che sappiamo vere. Non se la prenda, non dico altro, è una cosa che nasce nelle nostre teste". Il commento dell'onorevole Latorre, a sua volta interpellato da Report sulle parole di Bergamo, è il seguente: "Gli ho segnalato che stava per finire la prima repubblica del calcio".

    PERCHE' SOLO LA JUVE? - L'Inter e i comportamenti presuntamente illeciti tenuti dall'allora presidente Massimo Moratti e dal vice Giacinto Facchetti sono affrontati anche nell'intervento dell'ex procuratore della Repubblica di Napoli Giandomenico Lepore, uno dei magistrati chiamati ad indagare sulla Juventus e ad occuparsi dell'inchiesta su Calciopoli: "Iniziammo con la Juventus perché avevamo più elementi, dovevamo passare ad altre squadre. C'erano anche altre squadre, quasi tutte, diciamo la verità. Un bel giorno uscì un supplemento dell'Espresso (il Libro Nero, ndr) che riportava tutte le intercettazioni. Automaticamente i telefoni furono chiusi e rimase solo la Juventus. Chi diede le carte? Avevamo sospetti, ma elementi di prova mai avuti. Non lo sappiamo". Una risposta arriva dal tribunale di Roma: la fuga di notizie può arrivare dal reparto. "Se fossimo andati avanti, ci sarebbero state altre squadre. Dopo la Juve, era pronta l'Inter", ammette il procuratore". 

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