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  • Juventus, niente ritiri e giorni liberi confermati: vince la linea morbida di Thiago Motta

    Juventus, niente ritiri e giorni liberi confermati: vince la linea morbida di Thiago Motta

    • Cristiano Corbo, inviato a Torino
    Ci ha provato, e dall'inizio alla fine, dalla Germania al centro di Torino. Thiago Motta non ha chiesto altro alla squadra, a quei giocatori che ha sempre definito "i miei ragazzi". E che alla fine, volenti o nolenti, consciamente o inconsciamente, l'hanno tradito. L'attacco nell'ultima conferenza stampa è stato senza mezze misure: cosa voleva ottenere, a quel punto, l'allenatore italobrasiliano? Una reazione. Forse anche dalla società. Che l'ha subito difeso, davanti al gruppo e davanti alle telecamere. 

    LINEA MORBIDA - Gli è bastato questo, alla fine. Niente di più. Non è andato oltre. Anzi: la stessa spaccatura che ha causato con delle parole forti è stata poi il primo pensiero dell'indomani di Motta. Ha provato a ricucire lì dove aveva lui stesso strappato. Così, il giorno dopo alla Continassa c'è stato il classico lavoro post partita, ma poi si è deciso di dare un giorno di riposo - preventivato - al gruppo, che solo oggi è tornato ad allenarsi in vista della delicatissima partita contro il Verona. Ha prevalso, insomma, una linea morbida. Ed era già successo. 

    NIENTE RITIRI - Nonostante i momenti di difficoltà, che pure sono stati numerosi, la Juventus non si è mai ritrovata seriamente in ritiro. Né ha cambiato i piani in corsa. I giorni di riposo sono sempre stati rispettati, e da parte del tecnico non c'è mai stata qualsiasi forma di punizione per quanto riscontrato in campo. Certo, fino alla scorsa settimana, l'allenatore ha sempre difeso i suoi giocatori, contestando magari errori tecnici e di concetto, ma mai di approccio alla partita. Dopo Juve-Empoli tutto è cambiato. Tranne l'approccio di Motta. Il quale, pur riconoscendo la diversità e dunque la complessità del periodo attraversato, non ha messo in discussione i suoi metodi e ha proseguito con lo stesso stile. 

    STARE INSIEME - A prescindere dalle crepe, non si può dire che Thiago non ci abbia provato, che non abbia fatto di tutto per rendere questa squadra totalmente sua, negli uomini e nelle idee. Lo strappo a gennaio con Danilo, baluardo della vecchia guardia, è emblematico. Il fatto che i giocatori di maggior carattere - vedi Gatti, lo stesso Vlahovic - abbiano avuto più scontri con TM, la dice oggettivamente lunga. Le cene e i lunghi momenti trascorsi insieme non hanno mai piegato in suo favore il sentimento generale, sfociato in quella confessione anonima ripresa dal Corriere della Sera. 

    COSA PENSA IL GRUPPO - Tutte le scelte hanno avuto inevitabilmente un peso all'interno della Juve. Dal leader e capitano degli ultimi anni salutato in malo modo, fino ai tanti amici finiti al campo 2 della Continassa ed epurati da un progetto che avrebbe dovuto portare calma dal caos, risorse dagli isterismi. E invece. E invece il club bianconero si trova con una rivoluzione - pure umana - praticamente a metà, come fosse iniziata e ora impossibilitata nel definirsi. Una sconfitta su più fronti e specialmente nel legame tecnico-squadra. Thiago, il gruppo, l'ha sentito suo davvero poche volte.

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    Alla juventus capiscono di calcio quanto Elkann capisce di moda

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