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    Napolimania: Mazzarri pensa solo a non prenderle, così la Champions è un sogno. Osimhen, 'sta casa aspetta a te'

    Napolimania: Mazzarri pensa solo a non prenderle, così la Champions è un sogno. Osimhen, 'sta casa aspetta a te'

    • Giovanni Annunziata
    È un fine settimana ricco di discussioni quello che si è appena concluso a Napoli. C'è Geolier che si è preso l'intera scena nazionale con il suo secondo posto a Sanremo, le critiche e le varie battaglie social (e non solo) che non mancano mai. Da buon napoletano e tifosissimo azzurro ha sfoggiato il suo outfit nella prima sera con tanto di felpa del Napoli. Che però non sta portando i suoi stessi risultati nell'altro ambito, nel nostro, quello del calcio. Perché è qui che si spostano le altre polemiche, quelle che vanno avanti da un po' e sono anche destinate a durare. Se l'andazzo è questo, infatti, diventa complicato avere tanto ottimismo. Il Napoli la continuità non riesce proprio a trovarla. Sembra poter scoccare ogni volta una scintilla, come si può notare dal gol in extremis contro la Salernitana e la magia di Kvara contro il Verona. Però siamo di nuovo al principio, di passi in avanti non se ne vedono e contro il Milan c'è stata l'ennesima delusione stagionale, ancora una sotto la guida Mazzarri. Negli scontri diretti ad alta quota il Napoli in pratica ha vinto solo contro l'Atalanta in questa stagione, per il resto il flop è stato clamoroso: 6 sconfitte, 3 pareggi e 1 successo (appunto con i nerazzurri).

    C'è tanto da dire sulla preparazione delle partite, sull'approccio fin dal primo minuto. Ancor prima che dell'atteggiamento qui si parla proprio di lavoro tattico. Sebbene i moduli lascino il tempo che trovano, non è lo stesso se ci si ritrova a giocare con 5 difensori e un Di Lorenzo arrivato un po' scarico in questa parte di stagione che si ritrova a fare tutta la fascia senza neanche un appoggio dalle sue parti. Avere Politano, Lindstrom, Raspadori, Ngonge, Traorè, Simeone e Kvaratskhelia tutti a disposizione e affidarsi solo a questi ultimi due per un timido tandem offensivo non può essere una soluzione. Mazzarri forse avrà pensato che contro le squadre più ostiche come Milan, Inter e Fiorentina era meglio non prenderle e cercare di sfruttare le chances in varie ripartenze o provando a cogliere gli errori dell'avversario. Una tattica conservativa che non porta nulla. Questo "braccino corto" fa uscire sconfitto il Napoli da San Siro e con qualche certezza in più di prima. Quale? Quella di dover provare a giocare, tentare di mettersi alla pari dell'avversario come accaduto nel secondo tempo. Con un Politano in più (in questo caso), ma soprattutto con un atteggiamento e un assetto tattico da squadra che ambisce a determinate posizioni. Che oggi non sono alla portata del Napoli. Parliamoci chiaro: la zona Champions è lontana, sta diventando un sogno proibitivo se si vede l'Atalanta che ha 7 punti di vantaggio. Ora iniziano a farsi sentire.

    De Laurentiis ha indicato il 18 febbraio come data in cui ripartirà davvero il Napoli. E a questo punto non resta che aggrapparsi alle sue parole. Non è un caso, chiaramente, questo giorno specifico. Ci sarà Napoli-Genoa al Maradona e tornerà Osimhen. A proposito, Victor non ne esce benissimo dalla Coppa d'Africa, dove la sua Nigeria si è fatta rimontare in finale perdendo contro la Costa d'Avorio. Eppure oggi il numero 9 diventa l'ultima spiaggia, ci si aggrappa a lui e a quel 18 febbraio che ha indicato il presidente. Squadra al completo, non ci sono più scuse. In campo ci vanno pur sempre i campioni d'Italia. Quindici partite ancora da giocare, finalmente con un Osimhen in più che si attende accantonando tutto ciò che c'è dietro, tra cessione in programma, assenze, infortuni e problemi di inizio stagione. Viene solo da dire "Osimhen torna, sta casa aspetta a te".

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