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  • Milan, il messaggio di Leao a Fonseca: "Nel Portogallo ho il sostegno di tutti e l'allenatore ha fiducia in me"

    Milan, il messaggio di Leao a Fonseca: "Nel Portogallo ho il sostegno di tutti e l'allenatore ha fiducia in me"

    • Redazione CM
    In attesa di ritrovare il Milan, Rafael Leao si ritrova con la maglia del suo Portogallo. Protagonista in positivo nella partita di Nations League contro la Polonia – la rete del vantaggio di Cristiano Ronaldo e diverse altre situazioni di pericolo sono partite dai suoi piedi – il numero 10 rossonero ha avuto un impatto positivo anche nella mezzora che il ct lusitano Roberto Martinez gli ha concesso nella sfida di ieri sera in Scozia. Subito una “sgommata” delle sue per mettere a sedere un avversario e generare l'occasione non capitalizzata da Bruno Fernandes. E' un Leao apparso diverso, più libero di testa rispetto alla versione altalenante e sbiadita del primo scorcio di stagione al Milan. E le parole a fine gara del diretto interessato sembrano confermarlo.

    Quando sono qui sento il sostegno di tutti. Anche l’allenatore ha molta fiducia in me. L’allenatore mi ha chiesto profondità e uno contro uno e di fare il meglio che posso. Fondamentalmente, fare il mio gioco per creare opportunità. La Scozia è una squadra molto corta; avevamo poco spazio e l’allenatore voleva che facessi movimenti profondi con e senza palla”. Fiducia nelle sue qualità e riconoscimento delle caratteristiche che gli hanno permesso di imporsi, anche se non totalmente, nella sua esperienza italiana che ha toccato ormai i 5 anni di età. Rafa Leao pone l'accento su questi due aspetti ed è inevitabile riportare l'attenzione su questi temi ripensando allo scarso contributo offensivo che il classe '99 ha dato al Milan nelle prime sette giornate di campionato e nelle prime due di Champions League. Un gol contro la Lazio e 4 assist distribuiti tra Parma, Venezia e Lecce non dicono esattamente tutta la verità. Gli errori di mira sottoporta e la tendenza ad assentarsi in alcuni momenti della partita rimane un peccato di gioventù non ancora eliminato e il nuovo allenatore Paulo Fonseca ha spesso posto l'accento pure sull'apporto nella fase di non possesso.

    L'atteggiamento decisamente pigro contro il Parma è costato la panchina a Roma con la Lazio – che ha poi generato l'episodio del cooling break in compagnia di Theo Hernandez – ma ha generato nell'ambiente la consapevolezza che servisse qualcosa di più per imporsi a tutti gli effetti come leader tecnico del Milan. E così, dal derby vinto contro l'Inter, il tecnico portoghese ha cambiato faccia alla sua squadra, optando per un 4-4-2 decisamente offensiva nel quale a Leao e Pulisic vengono richiesti compiti significativi da esterni a tutta fascia. Per il bene comune, il 10 rossonero non si è affatto sottratto ma, siccome la coperta resta corta da qualsiasi parte la si guardi, ad una maggiore applicazione difensiva corrisponde una scarsa lucidità negli ultimi 25 metri di campo.

    Nella sua esperienza rossonera, Stefano Pioli era arrivato alla conclusione che Leao non potesse essere imbrigliato e che, pure nella sua accertata discontinuità, soltanto esonerandolo dalle rincorse degli avversari, si potesse immaginare di avere la sua versione migliore. Quella di un calciatore che, soprattutto nella stagione 2021/2022 (quella dell'ultimo Scudetto) e a tratti in quella successiva, è capace di strappi impressionanti e destabilizzanti per le difese avversarie. Un'immagine che anche il neo ct del Portogallo Roberto Martinez sembra avere bene in testa e che Leao non ha mancato di sottolineare dopo la partita in Scozia. Che si tratti di un messaggio nemmeno troppo indiretto a Paulo Fonseca per le settimane a venire?

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