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    Lazio, la protesta anti-Lotito da Roma ad Auronzo: striscioni e citazioni cinematografiche contro il presidente

    Lazio, la protesta anti-Lotito da Roma ad Auronzo: striscioni e citazioni cinematografiche contro il presidente

    • Redazione CM
    Lotito chiacchierone, le tue parole false come il gol di Turone”. L’ironia laziale antilotitiana questa estate si sta sbizzarrendo in tutti i modi. Questo è solo l’ultimo in ordine cronologico dei messaggi comparsi su degli striscioni a Roma (e non solo) nell’ultimo mese. È di ieri, appeso a un cavalcavia nella zona di Valle Aurelia, quadrante Nord-ovest della Capitale, e unisce in questo caso anche lo sfottò ai romanisti. Ma il clima di protesta perenne che contraddistingue il rapporto tra i tifosi della Lazio e il presidente Lotito era già arrivato a toccare la campagna elettorale per le europee il mese scorso. E ovviamente i contestatori si sta facendo sentire sonoramente anche durante il ritiro della squadra di Baroni ad Auronzo di Cadore.
    NON LE SOLITE PROTESTE -  Sotto le Tre Cime di Lavaredo sono un migliaio i sostenitori biancocelesti al seguito dei propri beniamini; la maggior parte dei quali in realtà sono gruppi di famiglie con bambini. Nutrita però è anche la rappresentanza del cuore più caldo della tifoseria. Cori contro il patron – di quelli che si sentono abitualmente anche allo stadio ad ogni partita – non sono mai mancati neanche negli anni passati; ma dopo le proteste di piazza, con il corteo dal Flaminio a Ponte Milvio che contestava la gestione della società e chiedeva a Lotito di mettere in vendita la Lazio, quest’anno la situazione nel ritiro cadorino si è fatta ancora più accesa. Nessuna tensione particolare, ma comunque molto più rumore del solito che si somma a un moltiplicarsi di striscioni e gesti dimostrativi, come il caso dei bussolotti per la raccolta fondi per il mercato comparsi in settimana, dopo le esternazioni di Lotito per il mancato arrivo di Greenwood.
    IRONIA LAZIALE - I toni ficcanti e sarcastici dei tifosi laziali hanno attinto anche dalla tradizione cinematografica. A inizio settimana, sugli spalti dello Zandegiacomo (il campo sportivo dove si allena la Lazio ad Auronzo) si leggeva: “Ma come, compramo tutto a tre volte il prezzo corente e solo ‘a legna ‘a vennemo alla metà?” La frase è tratta da una celebre scena del Marchese del Grillo. Il riferimento, ben chiaro anche senza la traduzione dal romanesco, è al fatto che, a detta dei tifosi, la società biancoceleste non riesca mai a farsi pagare il giusto i proprio giocatori mentre ne acquista altri a prezzi che molti ritengono eccessivi (i 15 milioni incassati per Luis Alberto e spesi di fatto per Noslin, sono l’esempio più lampante a sostegno dell’accusa, ndr). In precedenza c’erano state anche due citazioni tratte dal film L’allenatore nel Pallone: “Mi avete preso per un c******e? No per un eroe!” e “Chi sta peggio di noi Maffei? Mi vuole sfottere?”. L’ironia di Oronzo Canà racconta meglio di tante altre parole l’esasperazione degli animi biancocelesti, che oggi sono tornati a pungere la dirigenza sulle strategie usate per le trattative, tentando di rifilare gli esuberi come contropartite: “...e noi la comproprietà di Maradona, in cambio di Fares e Kamenovic”.
    ECCESSO - Altri messaggi però sono stati decisamente meno goliardici e molto più espliciti. “Il pallone è per tutti, il calcio è per pochi. La Lazio non fa per te… vattene” è uno degli esempi raccontabili. Altri ondeggiano tra preghiere per una prematura dipartita, insulti personali e accuse di vario genere. Per questo il diretto interessato - che quest’anno non raggiungerà la squadra in ritiro, per via di diversi impegni politici – ritene che si sia superato il limite e ha già lasciato intendere che si difenderà nelle sedi opportune.

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