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Juve, tutto facile con Di Maria. Le Coppe per dire che aveva ragione Allegri
Di Maria è un campione, non solo del mondo. Peccato per Allegri non averlo avuto a tempo pieno anche nella fasce ascendente della stagione. Forse, anche solo con lui, 5 delle 6 partite perse nel girone di Champions (e il Fideo 2 sole volte titolare) sarebbero finite in maniera differente. Che altro dire di uno che con un colpo solo, al primo tocco di pallone, segna un gol da fantascienza, strappando i compagni dall’incubo di una partenza che più timida e piccola e impaurita non poteva essere?
Forse Allegri aveva davvero previsto tutto: loro (ingenui) che attaccano e aggrediscono, spinti da un pubblico fantastico, e la Juventus che zittisce tutti appena passa dall’altra parte del campo, che chiamarla occasione non è nemmeno corretto, perché è la magia di Di Maria, che trasforma il pallone recuperato da Fagioli in un’occasione e in un gol. Poi il tacco e il braccio, col rigore e l’espulsione e dopo 20 minuti è sostanzialmente già l’ora di pensare al Toro: 0-2 e i francesi, già scarsi, anche in inferiorità numerica. Può esserci di meglio? Lo 0-3 mancato più volte diventa realtà in modo quasi casuale, ma non lo è certo che a firmarlo sia un’altra volta il Fideo, che a dispetto dell’età, ormai sono 35, come altri vecchietti del nostro calcio continua a dare lezione ai compagni più giovani.
Saprà Allegri perché parte con Kean titolare, lasciando Vlahovic in panchina. Sinceramente, non l’ha capito nessuno, ma vista com’è andata sono dettagli e magari, senza volerlo, perché certo non era turnover, si troverà nel derby con l’attaccante migliore più riposato. Kean gioca una partita mediocre come molte delle sue ed esce un istante dopo che l’arbitro non gli concede un più che sospetto rigore.
No che non era turnover, non è certo il giovedì il giorno giusto per farlo. In Coppa, nelle coppe, giocherà sempre la Juventus migliore possibile, perché è da come andrà nelle sfide di metà settimana, che Allegri potrà dire che il suo mercato non era sbagliato, che la Juve virtuale era molto più forte di quella che poi lui ha allenato e che di sbagliato, semmai ci sono solo i punti di penalizzazione che hanno spinto la squadra molto più lontano dal vertice di quanto già non fosse. Poi arriveranno il Coni, per discutere il ricorso della Juventus al -15 di Torsello; e di nuovo i giudici federali, per stabilire se e quali saranno le altre sanzioni per gli altri capi d’accusa di Chiné. Tutto il resto non conta.
@GianniVisnadi