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    Juve, le Coppe sono l'unica cosa che conta. Ma il rigore non dato è la prima sanzione Uefa?

    Juve, le Coppe sono l'unica cosa che conta. Ma il rigore non dato è la prima sanzione Uefa?

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Più o meno la Juventus migliore, di certo quella a trazione tutta offensiva, a indicare la volontà di aggredire l’avversario, per chiuderla in fretta, soprattutto di vincerla e mettere in banca il passaggio del turno. E invece il Nantes, nonostante vada sotto dopo 13 minuti, resta in piedi nel migliore momento altrui, subisce e soffre il giusto, ma reagisce e pareggia. Si prende un punto e lascia tutti i rimpianti alla Juventus. Fatti i conti, bruttina: diciamolo. Poco fortunata, compreso il rigore non fischiato a tempo scaduto per il fallo fischiato a Bremer in attacco. Un altro arbitro poteva vedere il mano del difensore francese, questo ha visto la spinta del brasiliano bianconero. Che siano già le sanzioni dell'Uefa? (Battuta, ma non troppo). Polemiche certe, ma resta una Juve bruttina, incapace di battere in casa la 13esima in classifica del campionato francese. Nulla di compromesso, la teorica differenza fra le due squadre resta enorme, ma certo non un bellissimo segnale per chi giustamente vuole provare a vincere l’Europa League.

    L’Europa League è l’unica Coppa
    che le squadre italiane non hanno mai vinto, probabilmente anche perché nessuno ha mai veramente provato a farlo, nemmeno la Juve di Conte, nel 2014, più interessato al record di punti in campionato (102) che a vincere il trofeo del giovedì. Questa Juve ha invece nell’UEL il vero obiettivo della stagione, un po’ per prestigio, perché l’Europa resta Europa anche a declinazioni differenti dalla Champions League, un po’ per necessità, perché quest’anno le Coppe, anche quella italiana, saranno le uniche manifestazioni in cui i bianconeri saranno arbitri del loro destino, in cui varranno i risultati ottenuti sul campo.
    Il campionato resta legato a ricorsi e processi e altre polemiche sono certamente in arrivo, comunque finisca. Di certo, per la Juventus non è cominciata benissimo e il rischio è che finisca anche peggio.

    Il Nantes è avversario piccolo, anche se alla vigilia, rivisitando la storia, si è provato a farlo più grande di quanto non dica la cronaca. Di certo c’è che è al 13esimo posto nel campionato francese, non della Premier, e il meno 28 dal PSG capolista è maturato tutto sul campo, per capirci. Una squadra che la Juventus dovrebbe spazzare via senza quasi fatica, perché sennò che succede quando inevitabilmente il livello si alzerà? E la partenza in effetti è da grande squadra e grande serata, come la cornice dello Stadium, di nuovo pieno come in passato succedeva ogni volta e invece adesso è una notizia.

    Il gol di Vlahovic, molto bello, poi almeno altre 3 occasioni importanti. Buona spinta, Di Maria come mai a Torino e che a tratti pare quello della finale, non fosse che l’avversario è diverso, nazionalità a parte. Doveva essere facile e facile sembra, poi, quasi senza un perché cambia tutto e il Nantes smette di soffrire e comincia ad alzarsi. È lì che Chiesa arretra e Vlahovic sparisce, che Fagioli balbetta e che Paredes comincia come al solito a menare, giusto per fare vedere che c’è ancora.

    Insomma, il passo indietro che non ti aspetti, conduce all’inevitabile pareggio, che è in contropiede, ma di quelli fatti bene e che tante volte ha fatto anche la Juventus. Szczesny fulminato e Juventus ferita. Reazione furiosa, l’incredibile carambola sulla botta di Chiesa, quel traversa-riga-palo-portiere che poche altre volte s’è visto. L’ultimo guizzo di Di Maria è la traversa su calcio d’angolo e fatti i conti è anche l’ultimo guizzo della Juventus, che poi rischia di nuovo lasciando ampie praterie agli attaccanti francesi, nel vano tentativo di provare a vincere. Polemica nel finalissimo compresa: era certamente mano, forse è fallo di Bremer. Resta che l'arbitro non ha dato il rigore. Insomma, non proprio benissimo.
    @GianniVisnadi

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