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Juve, le Coppe sono l'unica cosa che conta. Ma il rigore non dato è la prima sanzione Uefa?
L’Europa League è l’unica Coppa che le squadre italiane non hanno mai vinto, probabilmente anche perché nessuno ha mai veramente provato a farlo, nemmeno la Juve di Conte, nel 2014, più interessato al record di punti in campionato (102) che a vincere il trofeo del giovedì. Questa Juve ha invece nell’UEL il vero obiettivo della stagione, un po’ per prestigio, perché l’Europa resta Europa anche a declinazioni differenti dalla Champions League, un po’ per necessità, perché quest’anno le Coppe, anche quella italiana, saranno le uniche manifestazioni in cui i bianconeri saranno arbitri del loro destino, in cui varranno i risultati ottenuti sul campo. Il campionato resta legato a ricorsi e processi e altre polemiche sono certamente in arrivo, comunque finisca. Di certo, per la Juventus non è cominciata benissimo e il rischio è che finisca anche peggio.
Il Nantes è avversario piccolo, anche se alla vigilia, rivisitando la storia, si è provato a farlo più grande di quanto non dica la cronaca. Di certo c’è che è al 13esimo posto nel campionato francese, non della Premier, e il meno 28 dal PSG capolista è maturato tutto sul campo, per capirci. Una squadra che la Juventus dovrebbe spazzare via senza quasi fatica, perché sennò che succede quando inevitabilmente il livello si alzerà? E la partenza in effetti è da grande squadra e grande serata, come la cornice dello Stadium, di nuovo pieno come in passato succedeva ogni volta e invece adesso è una notizia.
Il gol di Vlahovic, molto bello, poi almeno altre 3 occasioni importanti. Buona spinta, Di Maria come mai a Torino e che a tratti pare quello della finale, non fosse che l’avversario è diverso, nazionalità a parte. Doveva essere facile e facile sembra, poi, quasi senza un perché cambia tutto e il Nantes smette di soffrire e comincia ad alzarsi. È lì che Chiesa arretra e Vlahovic sparisce, che Fagioli balbetta e che Paredes comincia come al solito a menare, giusto per fare vedere che c’è ancora.
Insomma, il passo indietro che non ti aspetti, conduce all’inevitabile pareggio, che è in contropiede, ma di quelli fatti bene e che tante volte ha fatto anche la Juventus. Szczesny fulminato e Juventus ferita. Reazione furiosa, l’incredibile carambola sulla botta di Chiesa, quel traversa-riga-palo-portiere che poche altre volte s’è visto. L’ultimo guizzo di Di Maria è la traversa su calcio d’angolo e fatti i conti è anche l’ultimo guizzo della Juventus, che poi rischia di nuovo lasciando ampie praterie agli attaccanti francesi, nel vano tentativo di provare a vincere. Polemica nel finalissimo compresa: era certamente mano, forse è fallo di Bremer. Resta che l'arbitro non ha dato il rigore. Insomma, non proprio benissimo.
@GianniVisnadi