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    Juve, se diventa un'impresa battere lo Sporting significa che qualcosa non funziona

    Juve, se diventa un'impresa battere lo Sporting significa che qualcosa non funziona

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Il gol di Gatti, il primo con la maglia bianconera, fa sembrare un’impresa la vittoria della Juventus sullo Sporting, che, vista la differenza di valori, avrebbe invece dovuto essere più netta e soprattutto più facile. E invece senza le parate di Szczesny nel primo tempo e di Perin nel finalissimo, i portoghesi avrebbero strappato un pareggio ampiamente meritato per la qualità del gioco espresso nel fortino bianconero.

    Vittoria sofferta e pesante: basterà non perdere a Lisbona per centrare la semifinale di Europa League e avvicinare il più importante traguardo che la stagione riservi oggi alla squadra di Allegri: conquistare un visto per la Champions, che sopravviva a penalizzazioni e patteggiamenti in campionato. Sarà, sarebbe, poi l’Uefa a stabilire se la Juventus ha il diritto di giocare in Europa anche il prossimo anno. E giovedì prossimo sarà presumibilmente più facile, soprattutto perché Allegri potrà giocare senza remore nel modo che preferisce, difendendosi e ripartendo, che non fa spettacolo, ma quasi sempre gli porta risultati.

    Per l’ennesima volta, Allegri trova infatti una squadra che gioca meglio della sua, che propone calcio d’attacco e totale, nonostante giochi in trasferta e abbia in campo atleti di lignaggio tecnico ampiamente inferiore a quelli bianconeri. La solita storia, che quando vinci sono applausi, anche solo obbligati come questi, ma appena non lo fai, scatena le critiche, anche fra i tifosi che ora giustamente fanno festa.

    Lo Sporting non vale Benfica o Porto, almeno così dice la classifica del campionato portoghese, però ha un gioco velenoso e difficile da contrastare per una squadra stanca come stavolta sembra la Juventus, già nel primo tempo. Poi ci sono i campioni, tipo Chiesa che strappa e crea pericoli anche dove non ci sono, o Szczesny che nega 2 gol in un minuto a Coates e Golcalves, prima di bloccarsi all’improvviso senza fiato e lasciarci tutti preoccupati e a bocca aperta. Sostituzione fra le lacrime ed elettrocardiogramma immediato già nell’infermeria dello Stadium: per fortuna tutto a posto, anche se saranno necessari ulteriori approfondimenti e magari qualche giorno di riposo per capire, recuperare e soprattutto evitare altri simili momento di paura. Dentro Perin, che all’ultimo minuto sarà persino più decisivo, due volte su Goncalves e Bellerin. Anche questa è la forza di una squadra.

    Il tridente di partenza dura un’ora e genera soprattutto sofferenza per la Juventus. Milik è paradossalmente più isolato di quando il centravanti, che sia lui o Vlahovic, gioca col solo Di Maria a fianco. Il sistema è da rodare, chissà se Allegri lo riproporrà e quando. Meglio col centrocampo più folto. Nel finale dentro anche Pogba, utile in un intervento difensivo. Non una bella Juventus, dominata a tratti da un avversario molto più debole (9 corner contro 3, per non rilevare che un numero), ma finché vince ha ragione Allegri.
    @GianniVisnadi

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