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Juve, se diventa un'impresa battere lo Sporting significa che qualcosa non funziona
Vittoria sofferta e pesante: basterà non perdere a Lisbona per centrare la semifinale di Europa League e avvicinare il più importante traguardo che la stagione riservi oggi alla squadra di Allegri: conquistare un visto per la Champions, che sopravviva a penalizzazioni e patteggiamenti in campionato. Sarà, sarebbe, poi l’Uefa a stabilire se la Juventus ha il diritto di giocare in Europa anche il prossimo anno. E giovedì prossimo sarà presumibilmente più facile, soprattutto perché Allegri potrà giocare senza remore nel modo che preferisce, difendendosi e ripartendo, che non fa spettacolo, ma quasi sempre gli porta risultati.
Per l’ennesima volta, Allegri trova infatti una squadra che gioca meglio della sua, che propone calcio d’attacco e totale, nonostante giochi in trasferta e abbia in campo atleti di lignaggio tecnico ampiamente inferiore a quelli bianconeri. La solita storia, che quando vinci sono applausi, anche solo obbligati come questi, ma appena non lo fai, scatena le critiche, anche fra i tifosi che ora giustamente fanno festa.
Lo Sporting non vale Benfica o Porto, almeno così dice la classifica del campionato portoghese, però ha un gioco velenoso e difficile da contrastare per una squadra stanca come stavolta sembra la Juventus, già nel primo tempo. Poi ci sono i campioni, tipo Chiesa che strappa e crea pericoli anche dove non ci sono, o Szczesny che nega 2 gol in un minuto a Coates e Golcalves, prima di bloccarsi all’improvviso senza fiato e lasciarci tutti preoccupati e a bocca aperta. Sostituzione fra le lacrime ed elettrocardiogramma immediato già nell’infermeria dello Stadium: per fortuna tutto a posto, anche se saranno necessari ulteriori approfondimenti e magari qualche giorno di riposo per capire, recuperare e soprattutto evitare altri simili momento di paura. Dentro Perin, che all’ultimo minuto sarà persino più decisivo, due volte su Goncalves e Bellerin. Anche questa è la forza di una squadra.
Il tridente di partenza dura un’ora e genera soprattutto sofferenza per la Juventus. Milik è paradossalmente più isolato di quando il centravanti, che sia lui o Vlahovic, gioca col solo Di Maria a fianco. Il sistema è da rodare, chissà se Allegri lo riproporrà e quando. Meglio col centrocampo più folto. Nel finale dentro anche Pogba, utile in un intervento difensivo. Non una bella Juventus, dominata a tratti da un avversario molto più debole (9 corner contro 3, per non rilevare che un numero), ma finché vince ha ragione Allegri.
@GianniVisnadi