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Si diverte solo la Juve, non chi la guarda. Con l’Inter partita senza asterischi
Vagli a dire che Barrenechea servirà a lui per fare statistica, ma per la squadra è un’altra volta un peso. Entra Miretti, il centrocampo si aggiusta e da lì nasce l’azione del vantaggio bianconero. Vagli a dire che Vlahovic accanto a Milik ricreerebbe il canovaccio tattico che esalta il serbo in nazionale e lui invece continua chissà perché a puntare su Kean, che non la vede mai e poi al primo pallone schioda il risultato e risolve la notte della Juventus. Vagliele a dire queste e altre cose, poi Allegri ti fa vedere i risultati e allora stop, basta, ha ragione lui. Solo il Napoli meglio della sua Juve, molto meglio. Tutti gli altri in rumorosa e lamentosa fila.
Anche questa è andata, settima vittoria nelle ultime 8 partite. Nello stesso lasso di tempo, l’Inter ne ha vinte 3 e perse 4. Solo 3 vittorie anche il Milan e già 3 sconfitte, vedremo col Napoli. Insomma, il campo non mente e premia la Juve, ma purtroppo per Allegri il campo ancora non conta, vedremo i ricorsi e vedremo i nuovi processi. Già c’è chi parla di patteggiamento, che normalmente non fa rima con innocenza e anzi sottintende colpa e punizione, per quanto alleggerita. Vedremo, scopriremo, sapremo, ma forse l’estate sarà meno calda di quanto fosse lecito supporre.
Il campo conterà solo e davvero martedì, in Coppa Italia. E poi la settimana successiva, contro lo Sporting Lisbona in Europa League. Non ci saranno asterischi accanto a quei risultati, quali che saranno. Certo, servirà un’altra Juve, soprattutto in Europa, perché l’Inter martedì sbarcherà allo Stadium con l’acqua alla gola e la paura nelle gambe. Col Verona, Allegri ha fatto bottino pieno, tanta resa con poca spesa, si usava dire. Ha risparmiato gran parte della notte a Vlahovic, Di Maria e Kostic, che verranno buoni dall’inizio per Inzaghi. Ha dato un’ora di rodaggio a Milik, che può essere l’uomo in più nel finale di stagione, altro che Pogba, di cui ormai si è perso coscienza.
Il suo, il loro, Allegri e la Juve l’hanno fatto anche stavolta. Soprattutto Szczesny, che nel finale strappa al neo entrato Terracciano l’illusione del pareggio per la storia e la classifica e spinge l’allenatore bianconero al tradizionale scatto d’ira per gli errori della squadra, lasciata un'altra volta sola a una manciata di minuti dalla fine. Chi vuole lo spettacolo, guardi altrove, ormai non c’è di che stupirsi e nemmeno di che chiedere. Del resto, vincere è l’unica cosa che conta. Tanto meglio, se poi anche conta davvero.
@GianniVisnadi