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    Pogba punito: perché la Juventus ha voluto rendere pubblica una cosa privata?

    Pogba punito: perché la Juventus ha voluto rendere pubblica una cosa privata?

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi

    C’è stato un tempo in cui dallo spogliatoio della Juventus, come del Milan, era difficile fare uscire anche i sospiri. Solo i cronisti più bravi ci riuscivano, quelli davvero più “dentro”, ma non era semplice, perché poi rischiavi anche di stare “fuori”, nel senso che a Torino come a Milanello, svelando fatti sgraditi rischiavi di venire respinto per settimane dai centri di allenamento, all’epoca aperti ogni giorno alla stampa accreditata. All’Inter è sempre stato un po’ più semplice, perché là gli spifferi erano ovunque, ad Appiano, in sede, nella corte dei presidenti (mica solo Morattti, anche prima).


    Un tempo, Pogba multato e non convocato perché arriva in ritardo alla cena pre-ritiro, sarebbe stata notizia che avrebbe fatto per mesi l’orgoglio e la fortuna di un cronista, scatenando la voglia di rivincita dei concorrenti. Perché è un “fatto”, una “cosa”, e anche grossa. E invece stavolta la Juventus cosa ha fatto? Un comunicato per annunciare e spiegare che Pogba non si era comportato bene e che quindi società e allenatore avevano deciso di punirlo, non convocandolo e multandolo. Allegri, nel post-Friburgo ci ha persino scherzato («speriamo almeno che sia arrivato in orario alla partita»).

    Nessun dubbio che la decisione presa sia stata sacrosanta. Ogni gruppo ha le sue regole, chi non le rispetta va punito. Ma perché farlo sapere ai tifosi? Nessuna retorica nella domanda e nemmeno ipotizziamo che la Juventus abbia sbagliato nel dare il clamoroso annuncio. A Torino sono bravissimi a gestire la comunicazione, anche quella non semplice di questi mesi, dove c’è poco campo e tanto extra. Averlo fatto è certamente il frutto di un ragionamento. La riflessione è proprio su questo: cosa nasconde questa scelta?

    Pogba sta vivendo una stagione molto difficile, anche peggiore delle ultime, già brutte, vissute a Manchester. Eppure resta un idolo dei tifosi. Quando è entrato n campo nel derby, il pubblico l’ha salutato come se non se ne fosse mai andato, come se fosse ancora l’idolo ventenne che aveva stregato l’Europa. Basta dare una rapida occhiata al tribunale social per capire qual è oggi l’atmosfera, dopo la notizia del ritardo e della multa, diventata bomba. Perché la Juventus, che non poteva non sapere quale sarebbe stata la conseguenza, ha voluto mettere Pogba alla berlina dei tifosi?

    Si dice sia stato un avvertimento. Ma quale? Pogba guadagna 10 milioni l’anno e li ha garantiti per altre 3 stagioni (scenario che sembra insostenibile senza Coppe, ma tant’è). La scorsa estate, nessuna altra grande d’Europa, club che possono accontentarlo economicamente, ha bussato alla sua porta, ed era svincolato. Si può immaginare che ci sia la fila nei prossimi mesi, dopo una simile stagione, con un così oneroso contratto da rispettare (sempre complimenti a chi gliel’ha fatto ottenere) e la Juventus, eventualmente, anche da pagare? A priori si può escludere.

    Si dice sia stato un esempio per il gruppo. Ma perché portarlo in piazza? Pogba poteva essere punito, multato e portato in panchina, senza bisogno di spiegare alcunché. Quante simili “scelte tecniche” abbiamo visto in passato? E invece no, la Juventus (e ripetiamo: non crediamo abbia sbagliato) ha voluto, ci ha tenuto a farcelo sapere. “Perché” oggi non lo sappiamo. Forse ce lo spiegheranno i prossimi mesi.

    @GianniVisnadi
     


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