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    Il silenzio assordante di Gerry Cardinale. Nemmeno una parola per il "suo" Milan: è contento così?

    Il silenzio assordante di Gerry Cardinale. Nemmeno una parola per il "suo" Milan: è contento così?

    • Andrea Distaso
    Un'assenza rumorosa, un fragore mediatico che ha lasciato un segno e manterrà le sue tracce nei mesi a venire. Fondamentali per definire quello che sarà il futuro del Milan, in campo come in società: la scadenza del vendor loan – il prestito da 560 milioni di euro, più interessi, concesso da Elliott a RedBird al momento del passaggio di proprietà dell'estate 2022 – fissata per agosto 2025 è un appuntamento sempre più vicino e sempre più incombente nella testa di Gerry Cardinale. Che ieri a San Siro, in occasione delle celebrazioni per i 125 anni del club rossonero, non c'era. Evitando una contestazione che lo ha comunque raggiunto a migliaia di chilometri di distanza dagli Stati Uniti, frutto dell'eco sollevata dagli striscioni e dai cori intonati dai tifosi milanisti dopo l'avvilente 0-0 contro il Genoa.

    ORA FONSECA TORNA IN BILICO

    Nemmeno un messaggio, nemmeno due parole per mostrare urbi et orbi - se non il proprio affetto – quanto meno la propria vicinanza emotiva al delicato momento attraversato dalla società da lui acquistata e che, dopo un anno e mezzo di gestione, naviga nelle pericolose acque della mediocrità. Archiviato con un secondo posto in Serie A, a distanza siderale dell'Inter campione d'Italia, l'ultimo anno della fase decadente del ciclo di Pioli, questa stagione sta andando anche peggio, se possibile. La lotta per lo Scudetto non è mai stata un pensiero che ha sfiorato la squadra di Fonseca, troppo incostante e piena di limiti strutturali per immaginare di essere competitiva fino alla fine. La corsa per l'obiettivo minimo della Champions League si sta complicando di settimana in settimana e il rischio che merita quanto meno di essere preso in considerazione è di fallire anche su questo fronte.

    MILAN, ESPLODE LA CONTESTAZIONE: "NON SIAMO AMERICANI"

    Un flop sotto ogni punto di vista, di blasone ma anche di prospettiva di crescita economica, un aspetto molto caro alla proprietà del Milan. Possibile che tutto ciò non induca Gerry Cardinale quanto meno ad una profonda riflessione e ad una conseguente presa di posizione? Il numero uno di RedBird è contento di come i soldi messi a disposizione sul mercato nelle ultime due stagioni – circa 200 milioni di euro, senza contare le cessioni – sono stati investiti dal gruppo di lavoro allestito due estati fa per rimpiazzare Paolo Maldini e Frederic Massara? Cardinale è a conoscenza ed è soddisfatto della gestione del suo Milan dal punto di vista sportivo, liberatosi non senza una certa fatica dell'oneroso ultimo anno di contratto di Stefano Pioli per affidare al suo successore Paulo Fonseca un progetto su base triennale da 2,5 milioni di euro netti a stagione? Il patron del club rossonero è felice infine che alcuni dei suoi giocatori di maggior richiamo internazionale (Leao e Theo Hernandez su tutti) siano stati al centro negli ultimi mesi di polemiche col proprio allenatore e che il loro valore di mercato non solo non sia cresciuto di valore, ma sia addirittura in ribasso (soprattutto quello del francese)?

    LEAO: "LA CONTESTAZIONE CI HA FATTO MALE"

    Queste sono le domande che da tempo attendono una risposta. Un cenno, qualcosa che dia da pensare che Gerry Cardinale sia perfettamente informato di come proceda il lavoro portato avanti dai suoi uomini di fiducia e se i risultati ottenuti siano considerati soddisfacenti o meno. La scadenza di agosto è molto meno lontana di quanto si pensi e mai come adesso la sensazione di profondo distacco tra il Milan e la sua proprietà è forte. Per il momento si va avanti così, ma fino a quando?

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    Castolo
    Castolo

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