Dovbyk: "Non sono il nuovo Lukaku, ecco perché ho preferito la Roma all'Atletico Madrid"
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IL SOPRANNOME - "The Machine, perché mi piace lavorare in palestra e i compagni vedendomi spesso lì hanno pensato di chiamarmi così".
LUKAKU - "Romelu è uno dei più grandi centravanti in Europa. Ma io non sono il nuovo Lukaku, ma Artem Dovbyk. Voglio fare del mio meglio e che la gente mi apprezzi per quello che so fare".
ATLETICO MADRID - "Non era il progetto giusto per me perché il rapporto che abbiamo avuto non è stato dei migliori, c'erano persone che mi volevano e altre no. Non ho avvertito fiducia, al contrario invece della Roma. Questo è il club giusto, ha ambizioni e fame. E poi c’è uno stadio bellissimo, una città meravigliosa e una tifoseria fantastica. A Roma ero stato solo una volta, durante l’ultimo Europeo. Ma era il periodo del coronavirus, e poi ero in nazionale. Sono stato tre giorni, ho visto qualcosa. Mi rifarò presto".
PICHICHI - "E' un trofeo che mi dà ancora più certezze. Devo ringraziare il Girona, i miei compagni e l'allenatore che hanno creduto in me. A inizio stagione nessuno avrebbe scommesso sul fatto che potessi riuscirci, invece ho dimostrato che nel calcio tutto è possibile. Grazie anche alla mia famiglia".
SHEVA - "Non ci ho parlato prima di venire in Italia, ma quando lui era il mio allenatore in nazionale mi diceva sempre che dovevo migliorare fisicamente e nei movimenti se avessi voluto giocare in uno dei primi cinque campionati europei. Ho fatto tesoro dei suoi consigli. E ho lavorato duro".
DERBY E CHAMPIONS - "Tutti sanno quanto è importante, sia per i tifosi sia per il club. Posso solo promettere che darò tutto me stesso per vincere questa partita. Un numero di gol da segnare ce l’ho in testa, ma non lo dico. Dobbiamo tornare in Champions: è un obiettivo importantissimo, da centrare a tutti i costi. La Roma manca da troppo tempo".
DE ROSSI - "Mi piace per la sua mentalità, ha fame, è ambizioso, cerca di migliorarti. Con lui si lavora intensamente, sono sicuro che mi farà crescere ancora. Ci tengo a far vedere quanto valgo. Prima di me in Italia ci sono stati Shevchenko, Malinovskyi e Kovalenko. Ora è il mio turno, tocca a me".