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    Buffon: "Balotelli mi emoziona ancora, Neymar doveva vincere 5 Palloni d'Oro. Quel gesto di Maldini e il rapporto con Totti"

    Buffon: "Balotelli mi emoziona ancora, Neymar doveva vincere 5 Palloni d'Oro. Quel gesto di Maldini e il rapporto con Totti"

    • Redazione CM
    Gigi Buffon, ex portiere della Juventus e della Nazionale, oggi capo delegazione azzurro, ha parlato al Corriere della Sera raccontando di tanti grandi protagonisti del calcio di ieri e di oggi che ha incontrato nella sua carriera: 

    MESSI - "Finale di Champions del 2015. Intervallo. Sento una mano sulla schiena: “Gigi, ce la scambiamo adesso la camiseta?”. Era Messi. I veri grandi non se la tirano mai".

    CRISTIANO RONALDO - "Abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto: confidenze, giudizi sulle nuove leve. Vedevo in lui una grande forza e anche una fragilità, legata all’assenza del padre, al percorso duro che ha dovuto affrontare".

    NEYMAR - "Per il giocatore e il ragazzo che è, avrebbe dovuto vincere cinque Palloni d’Oro".

    TOTTI - "Il mio vero compagno di strada? Quel ragazzo anche lui un po’ strafottente, con l’accento romano, due anni più grande di me, che conobbi nella Nazionale under 16: Francesco Totti. Si creò subito una forte empatia. Francesco è un cavallo di razza: va amato e protetto".

    CASSANO - "Siamo sempre andati d’accordo. E in un ritiro che dura un mese, Antonio è un compagno perfetto: tiene su il gruppo, crea energia, riempie i vuoti. L’ho sempre detto anche a lui, però: in una stagione lunga un anno, non so se l’avrei sopportato..."

    BALOTELLI - "Si è un po’ perso, perché ha smarrito la concentrazione sul vero obiettivo: diventare il campionissimo che in potenza era. Però vederlo a 34 anni al Genoa, a provarci ancora, mi emoziona".

    MALDINI - "Nel sottopassaggio il giorno dell'esordio incrociai gli sguardi di Weah, Boban, Costacurta, Baresi. A un certo punto sentii una pacca sulla spalla. Era Paolo Maldini, che mi incoraggiava. Anche lui aveva esordito in A da ragazzino: sapeva cosa voleva dire. Non ho mai dimenticato quel gesto. Paolo Maldini non è stato soltanto un calciatore immenso; ha le due qualità che ammiro di più in un uomo, lealtà e coraggio".

    MOGGI - "Una persona simpatica e controversa, un dirigente che ha sempre avuto successo, un carismatico che teneva a distanza i calciatori ma li sapeva prendere. Chi c’era sa che sul campo quei due Scudetti li abbiamo vinti noi. In un ambiente dove i puri che potevano scagliare la prima pietra erano pochissimi"

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