Inter, Barella torna con la Roma: "Mi sono sentito solo nell'anno dello Scudetto, so cosa vuol dire perdere"
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Nicolò Barella è pronto a tornare. L'infortunio subito nel corso del derby contro il Milan e che lo ha costretto ad uno stop forzato è ormai alle spalle e in vista del tour de force che attende l'Inter al rientro dalla sosta per le nazionali lui ci sarà. A partire dalla sfida di campionato contro la Roma di domenica 20 ottobre, alle ore 20.45. In questi giorni si è concesso anche ad una lunga intervista, che uscirà completa il 17 ottobre nel podcast di Matteo Caccia di Radio24 e di cui è già uscita un'anticipazione importante legata al momento più difficile passato in nerazzurro. Barella ha infatti confermato di essersi sentito "solo" quando tutti lo criticavano, ma di aver anche tirato dritto risultando a volte antipatico pur di non sembrare finto.
Quando ti sei sentito solo come calciatore?
"E' successo nell'anno dello Scudetto, quando tutti mi criticavano all'inizio della stagione dicendo che non ero il solito Barella - ha raccontato il centrocampista dell'Inter -. Preferisco essere antipatico che essere simpatico vendendo un'immagine in una maniera non vera".
Il rapporto con le finali e la sconfitta.
"Ho perso la finale dell'Europeo Under 19. Ho dovuto rinunciare a un Mondiale con le giovanili della Nazionale perché mi sono rotto una mano e i miei compagni sono arrivati terzi. Poi sono retrocesso col Cagliari, ho perso una finale di Champions League e perso una finale di Europa League: so cosa vuol dire perdere. Dall'altra parte, ho vinto Scudetti, Coppa Italia, Supercoppa, un Europeo. E' più facile spiegare cosa vuol dire vincere perché vedi che sto esplodendo di gioia. Perdere non sai cosa può comportare dopo, magari un'estate brutta, e a me è successo. Ti porta a dire: 'giocherò ancora una finale di Champions?' Non mi piace perdere, l'avrei volute vincere tutte le finali che ho giocato, ma è uno stimolo per riprovarci l'anno successivo. La testa di molti non funziona così".
"E' successo nell'anno dello Scudetto, quando tutti mi criticavano all'inizio della stagione dicendo che non ero il solito Barella - ha raccontato il centrocampista dell'Inter -. Preferisco essere antipatico che essere simpatico vendendo un'immagine in una maniera non vera".
Il rapporto con le finali e la sconfitta.
"Ho perso la finale dell'Europeo Under 19. Ho dovuto rinunciare a un Mondiale con le giovanili della Nazionale perché mi sono rotto una mano e i miei compagni sono arrivati terzi. Poi sono retrocesso col Cagliari, ho perso una finale di Champions League e perso una finale di Europa League: so cosa vuol dire perdere. Dall'altra parte, ho vinto Scudetti, Coppa Italia, Supercoppa, un Europeo. E' più facile spiegare cosa vuol dire vincere perché vedi che sto esplodendo di gioia. Perdere non sai cosa può comportare dopo, magari un'estate brutta, e a me è successo. Ti porta a dire: 'giocherò ancora una finale di Champions?' Non mi piace perdere, l'avrei volute vincere tutte le finali che ho giocato, ma è uno stimolo per riprovarci l'anno successivo. La testa di molti non funziona così".