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    Thiago Motta dà priorità al risultato o alla filosofia? Dentro Juventus-Stoccarda c'è una risposta precisa

    Thiago Motta dà priorità al risultato o alla filosofia? Dentro Juventus-Stoccarda c'è una risposta precisa

    • Cristiano Corbo, inviato a Torino
    Dov'eravamo rimasti? Al minuto 90 di Juventus-Stoccarda, ancor prima del gol di El Bilal Touré. Thiago Motta, pur avendo in panchina Federico Gatti, decide di dare un'occasione al giovane Jonas Rouhi, terzino sinistro di professione. Da pochissimi minuti è stato espulso Danilo: la Juve è ferita, ma sa di averla scampata in maniera eroica, grazie all'ennesima prodezza di Perin: dopo almeno quattro interventi da top player, si è superato pure contro Millot dagli undici metri. La sensazione generale è che i bianconeri siano riusciti a portare a casa la pelle. Ovviamente, non sarà così. 

    LA SCELTA - Al posto di Khephren Thuram, dunque, Thiago lancia Rouhi e gli chiede di stare lì, di provare a innescarsi con velocità su eventuali ripartenze. E no, non solo di tenere botta, di supportare, di provare a difendere con le unghie e con i denti un risultato che sarebbe stato ugualmente oro colato, regalo di congiunture astrali e chiaramente del portiere titolare. Rouhi è una mossa azzardata, quasi arrogante. Fa capire: non possiamo accontentarci solo di difendere, proviamo a sfruttare fino all'ultimo secondo, magari assistiti da un mezzo rimpallo e dall'intera buona sorte. Esattamente due minuti più tardi, accade ciò che abbiamo visto tutti: El Bilal Touré s'infila con una prodezza e scaraventa il destro in porta. E' 0-1. E' sconfitta. E c'è proprio Motta, insieme a diversi giocatori, sul banchetto degli imputati dopo la prima sconfitta stagionale.

    LA CRITICA - Eccoci qui. Riavvolto il nastro, la musica continua a suonare per tanti come una sinfonia malinconica, quasi nostalgica. I commenti più gettonati sono di fatto delle domande: perché non pensare soltanto a difendersi, a così poco dal termine? Perché rinunciare così presto a Vlahovic e non aver lanciato sin dall'inizio Cambiaso? Le questioni sulle decisioni di Thiago Motta si sprecano e forse è la prima volta - dopo il Napoli - che al centro del dibattito c'è più l'allenatore, messo nel mirino pure per l'ostinazione sui punti focali della sua squadra. Non ha Koop, né Douglas, ma al trequartista non rinuncia. Non ha avuto Nico e Conceicao, con Weah a metà, eppure sugli esterni ha comunque messo qualcuno. E' intransigente, l'allenatore bianconero. Perché testardo, probabilmente. Ma anche perché crede fermamente nel suo calcio, pronto a riproporlo sotto mille varianti e forme diverse, e comunque con uguale contenuto. 

    CON L'INTER - Anche in ottica San Siro, Motta non ha proprio intenzione di cambiare. Eppure gli mancheranno ancora quattro giocatori offensivi, considerando pure Milik, la cui assenza non fa neanche più notizia. L'obiettivo sarà ancora fare virtù per necessità, magari dando continuità all'esperimento visto contro lo Stoccarda. Alle spalle della punta, cioè Vlahovic, è finito Mckennie. Ma McKennie era in ritardo di condizione, e infatti è stato sempre surclassato dagli avversari. Ecco, pure qui: era proprio il caso di ruotare? Se sì, era proprio il caso di riproporlo con le vesti tattiche di un altro? Alle volte, è questo l'unico quesito che vale la pena porsi sul tecnico bianconero: per lui, conterà più il risultato o la filosofia? Quasi certamente, risponderebbe così: il risultato attraverso la filosofia.

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    rivermind
    rivermind

    Comunque c'è da notare che in due partite su tre di C.L. abbiamo subito una espulsione e due rigo...

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