AC Milan via Getty Images
Terremoto Milan, cosa succede a Pioli? Nessuna ipotesi di dimissioni, la palla passa a Furlani e Moncada
E adesso che succede? Il terremoto a livello dirigenziale che ha investito il Milan nella giornata di ieri, con la fragorosa rottura tra il patron Gerry Cardinale e Paolo Maldini e l'addio di quest'ultimo e di Frederic Massara pronto a consumarsi, apre scenari di ogni tipo in merito al futuro tecnico del club rossonero. Al momento, l'unica figura che non sarà toccata dal clamoroso ribaltone che sta prendendo forma è quella dell'allenatore: Stefano Pioli, forte di un contratto rinnovato fino a giugno 2025 lo scorso 31 ottobre e di un ingaggio da 4 milioni di euro netti , rimane al timone di una squadra con la quale ha ottenuto un secondo posto, uno scudetto e una semifinale di Champions League nelle ultime tre stagioni. Tutte le sensazioni del momento portano ad una sua conferma senza se e senza ma, dovendo guardare ai soli risultati conseguiti nell'ultimo triennio, ma l'incredibile piega presa dagli eventi nelle ultime ore non lo mette al riparo al 100% da nuove possibili evoluzioni.
DECIDONO FURLANI E MONCADA - Il lavoro di Pioli è stato certamente apprezzato nella forma e nella sostanza dall'attuale proprietà del Milan, ma è evidente che il venir meno dei suoi due principali riferenti per quanto attiene all'area tecnica alimenta il numero delle incognite su quello che sarà il futuro sportivo del Diavolo. L'analisi dell'andamento dell'ultimo campionato - soprattutto delle criticità emerse in un'annata che ha portato i rossoneri a chiudere sul campo al quinto posto, ottenendo il pass per la prossima Champions League soltanto grazie alla penalizzazione accusata dalla Juventus - sarà uno degli argomenti sul tavolo di Giorgio Furlani e di Geoffrey Moncada, rispettivamente l'amministratore delegato del club e il responsabile dell'area scouting che erediteranno da subito maggiori poteri a livello decisionale e dovranno dunque pronunciarsi ufficialmente pure sulla permanenza o meno dell'allenatore. Oltre ai risultati conseguiti, saranno valutati aspetti altrettanto importanti come la gestione e la valorizzazione della rosa a disposizione, al di là di quelli che sono stati giudicati come investimenti non azzeccati nell'estate scorsa e che vengono imputati principalmente a Maldini e Massara. Oltre all'opportunità o meno di dare continuità dal punto di vista della conduzione tecnica.
LA POSIZIONE DI PIOLI - Secondo quanto risulta a calciomercato.com, la notizia dell'esonero dei due massimi dirigenti dell'area sportiva - accolta a Milanello come un fulmine a ciel sereno e che ha scatenato le prime dubbiose reazioni di alcuni degli esponenti di spicco dello spogliatoio, Leao e Theo Hernandez in primis - ha colto di sorpresa lo stesso Pioli. Che, come dicevamo, si trova a salutare all'improvviso due punti di riferimento per l'intero gruppo dopo l'addio ufficiale pure di Ibrahimovic, ma che al tempo stesso non ha manifestato alcuna intenzione di rassegnare le proprie dimissioni. Inoltre, tra i retroscena che stanno emergendo in questi attimi di grande tensione e fibrillazione, emerge come i rapporti tra Pioli e Maldini in particolare non fossero più idilliaci come un tempo, soprattutto nelle ultime settimane. Alcuni rilievi, diretti o indiretti, arrivati dall'ormai ex direttore tecnico subito dopo l'eliminazione dalla semifinale di Champions per mano dell'Inter o le differenti valutazioni sull'andamento complessivo della stagione (che Maldini giudicava da 8, che l'allenatore ha ritenuto più da 7) hanno creato delle crepe importanti nella relazione tra i due. I primi effetti si sono visti già nella clamorosa giornata di ieri, ma ora in casa Milan può accadere davvero di tutto.
DECIDONO FURLANI E MONCADA - Il lavoro di Pioli è stato certamente apprezzato nella forma e nella sostanza dall'attuale proprietà del Milan, ma è evidente che il venir meno dei suoi due principali riferenti per quanto attiene all'area tecnica alimenta il numero delle incognite su quello che sarà il futuro sportivo del Diavolo. L'analisi dell'andamento dell'ultimo campionato - soprattutto delle criticità emerse in un'annata che ha portato i rossoneri a chiudere sul campo al quinto posto, ottenendo il pass per la prossima Champions League soltanto grazie alla penalizzazione accusata dalla Juventus - sarà uno degli argomenti sul tavolo di Giorgio Furlani e di Geoffrey Moncada, rispettivamente l'amministratore delegato del club e il responsabile dell'area scouting che erediteranno da subito maggiori poteri a livello decisionale e dovranno dunque pronunciarsi ufficialmente pure sulla permanenza o meno dell'allenatore. Oltre ai risultati conseguiti, saranno valutati aspetti altrettanto importanti come la gestione e la valorizzazione della rosa a disposizione, al di là di quelli che sono stati giudicati come investimenti non azzeccati nell'estate scorsa e che vengono imputati principalmente a Maldini e Massara. Oltre all'opportunità o meno di dare continuità dal punto di vista della conduzione tecnica.
LA POSIZIONE DI PIOLI - Secondo quanto risulta a calciomercato.com, la notizia dell'esonero dei due massimi dirigenti dell'area sportiva - accolta a Milanello come un fulmine a ciel sereno e che ha scatenato le prime dubbiose reazioni di alcuni degli esponenti di spicco dello spogliatoio, Leao e Theo Hernandez in primis - ha colto di sorpresa lo stesso Pioli. Che, come dicevamo, si trova a salutare all'improvviso due punti di riferimento per l'intero gruppo dopo l'addio ufficiale pure di Ibrahimovic, ma che al tempo stesso non ha manifestato alcuna intenzione di rassegnare le proprie dimissioni. Inoltre, tra i retroscena che stanno emergendo in questi attimi di grande tensione e fibrillazione, emerge come i rapporti tra Pioli e Maldini in particolare non fossero più idilliaci come un tempo, soprattutto nelle ultime settimane. Alcuni rilievi, diretti o indiretti, arrivati dall'ormai ex direttore tecnico subito dopo l'eliminazione dalla semifinale di Champions per mano dell'Inter o le differenti valutazioni sull'andamento complessivo della stagione (che Maldini giudicava da 8, che l'allenatore ha ritenuto più da 7) hanno creato delle crepe importanti nella relazione tra i due. I primi effetti si sono visti già nella clamorosa giornata di ieri, ma ora in casa Milan può accadere davvero di tutto.