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Sampmania: ci sono più soltanto le ossa da rosicchiare
Adesso potranno provare a farvi credere che in realtà fa tutto parte di un piano più astuto e raffinato, che le valutazioni sono quelle coerenti con i tempi attuali e il rendimento dei giocatori, che le mosse e gli obiettivi raggiunti erano quelli prefissati all’inizio e tante altre belle favolette. La realtà, invece, è che la Sampdoria ha attualmente a libro paga tre direttori sportivi che, pur presi alla gola tra difficoltà evidenti e innegabili, hanno svenduto, male, e non hanno colmato la più macroscopica lacuna nell’organico. Tale è, in estrema sostanza, la sintesi tagliata con l’accetta di gennaio. Poi si possono fare tutti i discorsi in politichese pallonaro del caso, ma i fatti sono questi. Andiamoli a vedere.
La Sampdoria ha incassato complessivamente 2 milioni di euro dalla cessione di Bereszynski e Sabiri, con la possibilità di ricevere ulteriori 1,8 milioni a giugno se, bontà sua, il Napoli dovesse - forse, eventualmente, chissà, magari - decidere di riscattare il polacco a giugno. Nella migliore delle ipotesi, fanno meno di 4 milioni per due nazionali, titolari o quasi titolari, arrivati con le proprie selezioni rispettivamente agli ottavi e ai quarti di finale del Mondiale conclusosi appena un mese fa. Il tutto tralasciando per pietà le tempistiche e le modalità delle due operazioni, in particolare quella di Bereszynski, impacchettato a 48 ore dalla partita proprio con il Napoli, lasciando di fatto Stankovic con due difensori a disposizione per il match con i partenopei. Parallelamente, la barzelletta dell’attacco meno prolifico della storia della Serie A, 8 gol in 20 partite (significa uno ogni 225 minuti, la Sampdoria quindi impiega in media due partite e mezza a realizzare una rete) si è arricchita di una nuova appendice. Non è stato prelevato neppure un giocatore per un reparto costretto ad appoggiarsi, per lunghi tratti della stagione, su due calciatori più un primavera aggregato. E dire che, con lo scambio Lammers-Caputo, eravamo partiti bene. Le attenuanti del caso le diamo tutte, però insomma, così è troppo.
Soppesare le altre operazioni è puro esercizio scolastico. La difesa, dovessero restare così le cose, complessivamente si può considerare invariata o leggermente migliorata (via Bereszynski e Ferrari, dentro Gunter, Zanoli e Nuytinck) in attesa di capire cosa ne sarà di Colley. Dovesse partire, direzione Turchia, il reparto lo valuterei indebolito in valore assoluto. A centrocampo Villar, Verre e Vieira, tre titolari, sono stati sostituiti da Cuisance e Ilkhan. Due giovani di belle speranze, che in stagione però sommano complessivamente 13 presenze in Serie B uno, e 87 minuti in Serie A l’altro. A volte i miracoli capitano, per carità, ma sperare di aver migliorato la rosa e di averla resa competitiva per la lotta alla salvezza ha la stessa base empirica del sale di Wanna Marchi o dei trattamenti del Mago do Nascimento. “Eh, ma la Salernitana l’anno scorso si è salvata, ed era in una situazione drammatica”. Sì, ma l'anno scorso la Salernitana a gennaio ha acquistato Sepe, Mazzocchi, Ederson, Fazio, Verdi, Radovanovic, Dragusin, Perotti e Bohinen, per fare qualche nome.
Intendiamoci: difficile fare grandi operazioni senza soldi, e ancora più complicato non farsi sbranare dagli sciacalli del calciomercato quando il branco sa che sei agonizzante a terra. Ecco, la Sampdoria di oggi questo è: un cerbiatto ferito e sanguinante, circondata da lupi famelici pronti a sventrarla. Anzi, per la verità l’hanno già spolpata. Restano più soltanto le ossa da rosicchiare. Là in un angolo, c’è la sua carcassa abbandonata che serve come monito imperituro: le belve, qui, ti divorano appena annusano la tua debolezza, figuriamoci quando presti loro il fianco. E’ la dura legge della foresta, pardon, della Serie A. Il sadismo, se mai, è stato permettere ad un animale fragile e azzoppato di entrare dentro all’arena, per vedere quanto tempo avrebbero impiegato le fiere a divorarlo. Magari fingendo, come hanno fatto le istituzioni del calcio, che tutto andasse bene perché si sa, quando dai ‘panem et circenses’, esigi che lo spettacolo vada avanti. Ad ogni costo. E chissenefrega del sangue sulla sabbia.
@lorenzo_montaldo
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