Perché Conte non é ancora l’allenatore del Milan

Daniele Longo
30 mar 2025
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Antonio Conte e il Milan, atto secondo. Nel primo incrocio stagionale, il 29 ottobre scorso a San Siro, ebbe la meglio il Napoli con i gol di Lukaku al 5’ e Kvaratskhelia al 43’. Fu la partita della svolta entrambe le formazioni: quella partenopea prese convinzione di poter dire la sua nella corsa allo Scudetto, l’altra uscì di scena. La prima, vera, rottura di una stagione che ha visto i rossoneri cambiare allenatore (da Fonseca a Conceiçao) e gli obiettivi. Una partita che ha riacceso il dibattito nel tifo rossonero: perché Conte non allena ancora il Milan?

PERCHÈ FONSECA - Tra opinionisti, addetti ai lavori, ex giocatori di un Milan che non c’è più, l’opinione diffusa era la stessa: Antonio Conte sarebbe stata la scelta migliore per aprire un nuovo ciclo vincente dopo la fine di quello con Stefano Pioli. Un anno fa di questi tempi, il tecnico salentino era libero sul mercato ma non è mai stato contattato direttamente da Zlatan Ibrahimovic, Geoffrey Moncada e Giorgio Furlani per un confronto. Nemmeno una telefonata. L’idea, chiaramente, era stata vagliata internamente ma non approfondita. Il gruppo di lavoro preferì optare per un tecnico dalle pretese economiche più basse e con una disponibilità diversa a lavorare in team. La scelta ricadde su Paulo Fonseca, anche se fin dai primi giorni si capì che era tutto tranne che convinta.

FATTORE PARATICI - Una decina di mesi dopo siamo tornati al punto di partenza: il nome di Antonio Conte risuona prepotentemente in orbita Milan. Il club rossonero cambierà la conduzione tecnica al termine della stagione e, salvo sorprese, sarà Fabio Paratici a scegliere il nuovo allenatore. Il rapporto tra il dirigente emiliano e Antonio Conte è di grande stima reciproca, tanto che la candidatura sembra essere scontata. Resterà da capire cosa farà Aurelio De Laurentiis per trattenere il suo condottiero, legato da un contratto con scadenza giugno 2027 e un ingaggio da 8 milioni di euro bonus compresi.