
Reggiani a CM: "Ammiro Bastoni. Ecco perché ho lasciato l'Italia per il Dortmund. Voglio Europeo e Mondiali con l'Italia Under 17"
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Prima partita, prima vittoria contro la Slovacchia su un campo ai limiti del praticabile, che partita è stata?
"È stata una partita abbastanza combattuta, loro sono una buona squadra, molto fisica e sinceramente il campo non era al 100%. Noi abbiamo sempre un’idea di gioco ben chiara, vogliamo partire costruendo dal basso, ed è stato onestamente po’ più difficile. Noi però siamo stati bravi, non abbiamo dato per scontato nulla, non ci siamo adagiati sul "nome" che ovviamente l'Italia si porta dietro e abbiamo ottenuto una vittoria importante".
Dall’Italia e da ragazzi di talento come voi ci si aspetta sempre punteggi e vittorie più “rotonde”, in cosa si può migliorare?
"Sicuramente si può migliorare sempre in qualche aspetto del gioco. Forse potevamo comunque provare a giocare la palla con un po’ più di coraggio nonostante il campo, ma credo che quello che possiamo implementare ancora siano i calci piazzati. Possiamo sfruttarli molto di più".
Della seconda gara con l'Ucraina invece possiamo scegliere di premiare la voglia di crederci e rimontare fino alla fine? "Sì, siamo stati bravi a crederci, ci siamo presi una vittoria importantissima e ci siamo regalati una grossa chance. Contro la Croazia ora sarà davvero decisiva fin dal 1'".
L’Italia Under 17 è campione d’Europa in carica, sentite questa pressione? Credete che ripetersi possa essere un obiettivo alla portata?
"Secondo me siamo un ottimo gruppo, di sicuro possiamo puntare alla vittoria dell’Europeo e sì può essere un nostro obiettivo. Non sarà facile, dobbiamo vedere partita per partita e dando sempre il massimo in campo".
Che cosa vi chiede Favo? E in particolare cosa chiede a voi difensori?
"A noi difensori in questo raduno il mister ci ha fatto lavorare molto sul posizionamento di linea e sui movimenti di reparto per evitare palle lunghe e filtranti alle spalle che potevano farci male. Noi come detto impostiamo tanto da dietro e dobbiamo evitare queste situazioni quando non abbiamo la palla".
Come ti trovi in questo gruppo? Ormai si può quasi dire che tu arrivi da un campionato diverso, hai trovato qualche barriera rispetto al passato?
"Essere andato all’estero sinceramente non ha cambiato molto e di sicuro non mi ha "tirato fuori" da questo gruppo. Ci sono tanti ragazzi nuovi, ma per me non è cambiato niente. Io all’interno del gruppo mi trovo molto bene, con tanti ragazzi in nazionale ho legato tanto. Ogni volta siamo noi più "vecchi" a far integrare i nuovi".
Chi è il più divertente? Chi quello con cui hai legato di più? Mi racconti qualche aneddoto di questi ritiri?
"Con Inacio c’è un rapporto molto stretto dato che comunque anche lui è al Borussia Dortmund. Poi ho legato molto con Comotto e Steffanoni con cui da tempo siamo all'interno di queste convocazioni e con cui c'è un legame forte".
Veniamo a te, sei sempre stato un difensore centrale? Era questo il ruolo dei tuoi sogni? E quali sono le tue caratteristiche e i tuoi punti di forza?
"Io sono sempre stato difensore centrale. Anche quando giocavo nella mia squadra di paese ho sempre fatto questo ruolo. Sono sempre stato alto, anche da piccolo, sicuramente è stato per questo. Il ruolo mi piace, ha molte responsabilità, bisogna essere il penultimo baluardo. Sono bravo coi piedi e nei duelli aerei"
C’è chi ti ha già ribattezzato il nuovo Scalvini, c’è un giocatore o più giocatori a cui ti ispiri? Chi era il tuo idolo da piccolo?
"Sì, mi piace molto Scalvini, è giovane e gioca già in Nazionale con personalità. Se però devo dire un altro giocatore che seguo molto è Alessandro Bastoni dell’Inter che per me è fortissimo sia difensivamente, ma anche in tutte e due le fasi di gioco. Come difensore è davvero unico".
Oggi sei del Borussia Dortmund, ma sei cresciuto con la maglia del Sassuolo. Io so che mezza Italia ti voleva all’epoca, Inter, Milan e Juventus ti stavano seguendo. Mi racconti il motivo di questa scelta e se mi puoi raccontare qualche aneddoto di quei giorni. “Sì, ci sono stati tanti club che mi volevano, ma valutando tutte le opzioni, sia io che la mia famiglia abbiamo deciso che il progetto del Borussia Dortmund ci piaceva di più. Abbiamo pensato che potesse essere la mossa migliore per la mia carriera. Ovviamente non mi hanno fatto promesse di percorsi già prestabiliti. Tutto starà a me e a come riuscirò a crescete. Quando ho scelto abbiamo solo pensato che fosse il miglior club per me in quel momento".
Quello del Borussia Dortmund da sempre è uno dei centri di sviluppo in Germania più all’avanguardia. Svelami qualche segreto. Sei mai entrato e soprattutto esiste davvero la celebre “gabbia” il “footbonaut” di cui si è parlato a lungo in passato? "Sì è qualcosa di unico. C’è questa gabbia che ha il Dortmund e che ha anche qualche altra società a livello giovanile. È una gabbia in cui sviluppi la visione periferica intorno a te, devi guardare dove tirare la palla. Poi migliori il controllo, testi la potenza, devi sempre scegliere la direzione in cui calciare la palla in base agli stimoli visivi. Secondo me In Germania in generale danno più fiducia ai giovani, spesso fanno giocare i ragazzi in categorie più alte. Io gioco in Under 19 e con me giocano tanti 2008 e addirittura qualche 2009 è questo il segreto".
In Giallonero ci sono anche Filippo Mané, Onofrietti e Samuel Inacio, come mai il Dortmund ha iniziato a guardare così tanto all’Italia? In Germania ci sono poi Della Rovere c’è stato Ciardi… Significa che forse tanto male i nostri settori giovanili non fanno….
“Tutti i ragazzi che hanno avuto richieste dalla Germania, come è accaduto a me, fanno parte del giro azzurro. Giocare in Italia e per le Nazionali Giovanili azzurre è qualcosa che ti fa crescere, mettendoti in evidenza anche all’estero".
Ti manca l’Italia? “Al Borussia Dortmund mi fanno sentire a casa. Sono in convitto, mi sono integrato bene con tutti e con tutto. Mi manca un po’ la mia famiglia e i miei amici chiaro, ma penso sia normale. Il tedesco non lo sapevo, qui lo fanno studiare a tutti e ora parlo bene e mi faccio capire".
Hai mai avuto modo di allenarti con la prima squadra… Chi è l’attaccante più forte che hai incontrato finora e perché?
"Si ho fatto un allenamento in prima squadra e lì sono davvero tutti fortissimi. Adeyemi è forte, sì, ma quello che mi ha colpito più di tutto è Julien Duranville ha un'esplosività clamorosa. Fra quelli che ho affrontato in campo dico Toni Fernandez della Spagna. Quando ci siamo incontrati è sempre stato complicatissimo da marcare e lui è un grandissimo talento".
Qual è il tuo sogno nel cassetto? Che obiettivi ti sei prefissato?
"Quest’anno ovviamente è arrivare alla fase finale dell’Europeo, provare a vincerlo e fare poi il Mondiale Under 17. Poi ovviamente trovare l’esordio e diventare davvero un calciatore".
Fuori dal campo Luca Reggiani è appassionato di....
"Mi è sempre piaciuto molto giocare a basket coi miei amici. Da piccolo andavo spesso al campetto a giocare con loro. Piatto preferito? Il sushi".
Commenti
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evidentemente non ha visto le ultime due partite della nazionale