Non siamo ai livelli dell'essere o non essere” di shakesperiana memoria, ma nel suo piccolo anche nel mondo Milan – almeno a livello di tifoseria – c'è un dilemma che ha iniziato ad insinuarsi da un paio di settimane e si è rafforzato sempre più, avvicinandosi al grande appuntamento di questa sera, al “Maradona”, contro il Napoli. Pensieri strani, per certi versi malsani, che guardano al match di cartello della 30esima giornata di Serie A come uno snodo fondamentale per la stagione di entrambe le squadre. Quella di Conte per reggere il passo dell'Inter capolista, lontana tre punti e impegnata un paio d'ore prima in casa contro l'Udinese, e quella di Conceiçao che, dopo i successi di Bologna, Juventus e Roma (e con uno scontro interessante tra Fiorentina ed Atalanta), non può permettersi nuovi passi falsi nella complicata rincorsa ad un piazzamento Champions.
Ed è qui nascono i dubbi che – è bene rammentarlo – riguardano e toccano principalmente
la parte che visceralmente segue più da vicino le vicende del Milan e soffre, per l'andamento molto al di sotto delle aspettative di Leao e compagni ma anche per il momento diametralmente opposto dei rivali cittadini dell'Inter, che accarezzano l'idea di un nuovo Triplete dopo quello del 2010. Ancora in piena corsa pure per Coppa Italia – mercoledì prossimo, a proposito, c'è il derby d'andata per le semifinali – e Champions League, ma che oggi, confidando magari in un favore dei “cugini”, possono mettere un altro pezzetto nella costruzione dello Scudetto numero 21. Nasce da queste riflessioni il pensiero che stuzzica la mente di chi fa il tifo per la formazione rossonera:
meglio sperare nel risultato pieno a Napoli per continuare a credere di poter cancellare le tante delusioni di un'annata complicata e agguantare il quarto posto
o non disperarsi più di tanto se contro i ragazzi del rimpianto Conte arrivasse una sconfitta che metterebbe ancora un po' di pepe nella volata per lo Scudetto, complicando i piani dell'Inter di Inzaghi?
Il tifo si spacca e si divide, ma quello che è sicuro è che
l'onda lunga di questo chiacchiericcio non sfiora e non sfiorerà nemmeno per un istante Sergio Conceiçao, che si gioca le poche chances di strappare un'insperata riconferma alla guida del Milan proprio dall'esito di questa stagione. Nove partite di campionato e due di Coppa Italia (che possono diventare tre, in caso di qualificazione alla finale) per riscrivere la propria storia ed imprimere una direzione diversa ad un destino che appare scritto.
La rimonta in classifica per strappare l'accesso alla prossima Champions League e aggiungere magari un altro trofeo in bacheca dopo la Supercoppa Italiana di gennaio sono obiettivi oggi non pianificabili ma idealmente ancora alla portata. E se il tecnico portoghese, anche per un eventuale futuro lontano da Milano, ha tutto da perdere in vista dell'ultimo mese e mezzo della stagione, lo stesso discorso vale per gran parte dei calciatori chiamati a meritarsi la conferma in visto dell'anno prossimo. A maggior ragione se a cambiare fosse pure la struttura tecnica e l'allenatore.
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Commenti
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È sempre stato così per i cartonati…sono nati gufando Milan e Juve, le due squadre più blasonate...