Oristanio a CM: “Messi il più grande della storia. A Venezia per il progetto, ecco il segreto del Cagliari di Ranieri”
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Rimettersi in gioco e accettare la nuova sfida per recitare un ruolo da protagonista. Gaetano Oristanio ha scelto di sposare il progetto Venezia in estate, rifiutando diverse proposte recapitate all’Inter per lui. Dopo l’annata del debutto in Serie A, disputata con la maglia del Cagliari, il gioiello classe 2002 scuola Inter si è trasferito in Laguna. Una scelta importante nel percorso dell’attaccante di Vallo della Lucania, che dpo la trafila nel settore giovanile dell’Inter si è trasferito in Olanda per completare il processo di crescita e ‘farsi le ossa’, prima di tornare da calciatore e uomo maturo - nonostante la giovane età - in Italia e guadagnarsi una chance nel massimo campionato.
Cosa ti ha spinto a scegliere il Venezia?
“È stata una decisione importante, sono molto contento. Credo fortemente nel progetto tecnico. Ringrazio la società, il mister, lo staff, il presidente e tutto il Venezia per aver creduto in me e spero di ripagare la fiducia”.
Prima a Cagliari e poi a Venezia c’è grande aspettativa: è un qualcosa che ti responsabilizza o mette pressione?
“Il paragone con Messi, per me e per tutti, non si possa fare perché parliamo del giocatore più forte della storia del calcio. Credo nelle mie qualità e giorno dopo giorno lavoro sodo e settimana dopo settimana cerco di migliorarmi insieme al mister e allo staff e ai miei compagni di squadra, che sono eccezionali”.
Quanto è stata importante per te la presenza di un allenatore come Di Francesco?
“È una cosa molto positiva. Propone un calcio offensivo e per noi giovani è una cosa molto importante perché ci dà la libertà di esprimerci che è una cosa molto importante”.
Come ti definisci caratterialmente? E in campo?
“Sono un ragazzo introverso, ma anche molto socievole. Mi piace stare in compagnia e anche da solo. Ho vissuto da solo per molti anni. Con i compagni mi trovo moto molto bene perché ho trovato un gruppo fantastico. Mi hanno aiutato tanto ad integrarmi nello spogliatoio. Questa cosa mi rende veramente felice, perché non è mai una cosa scontata e questa cosa aiuta molto in campo perché riusciamo a capirci meglio ed una cosa molto importante. Sono un ragazzo normale di 22 anni”.
Qual è il tuo modulo e ruolo ideale?
“Negli anni ho imparato a giocare in vari ruoli. Oggi posso dire che non mi importa tanto dove gioco. Sicuramente c’è una preferenza, come tutti, però in questo momento tre metri avanti o dietro fa poca differenza. L’importante è raggiungere il nostro obiettivo”.
A Cagliari la partita della svolta: il 4-3 del Frosinone con il tuo primo gol in Serie A.
“È stata una partita importantissima perché perdevamo 3-0 e abbiamo avuto la forza di ribaltare il risultato. È rimasta nella storia perché ho visto dei record. Non era Mai successo prima di vincere la partita da 0-3 dopo il 70’. Ed è stato il mio primo gol in Serie A. Una doppia gioia”.
Cosa hai provato e come ha cambiato la tua carriera?
“Un sogno. Mio padre è stato il mio primo allenatore e fin da piccolo guardavo le partite della Serie A in televisione e giocare e segnare in questa competizione è un obiettivo raggiunto. È un punto di partenza, ma è anche una grandissima soddisfazione ed emozione per me e per la mia famiglia”.
Il tuo rapporto con Ranieri?
“Il mister mi ha insegnato molto. Era il mio prima anno in Serie A, quindi lo ringrazio tantissimo. Sono veramente grato”.
Dopo la sconfitta contro la Lazio, la quarta di fila, voleva dimettersi: cosa vi siete detti nello spogliatoio?
“Ciò che succede Nello spogliatoio resta Nello spogliatoio. Abbiamo percepito che non era la scelta giusta. Eravamo sulla strada giusta anche se non sembrava. Eravamo sempre uniti, anche nei momenti di difficoltà. Era il nostro segreto, rimanere uniti in qualsiasi momento, che poi ci ha portati all’obiettivo”.
@aledefelice24
Cosa ti ha spinto a scegliere il Venezia?
“È stata una decisione importante, sono molto contento. Credo fortemente nel progetto tecnico. Ringrazio la società, il mister, lo staff, il presidente e tutto il Venezia per aver creduto in me e spero di ripagare la fiducia”.
Prima a Cagliari e poi a Venezia c’è grande aspettativa: è un qualcosa che ti responsabilizza o mette pressione?
“Il paragone con Messi, per me e per tutti, non si possa fare perché parliamo del giocatore più forte della storia del calcio. Credo nelle mie qualità e giorno dopo giorno lavoro sodo e settimana dopo settimana cerco di migliorarmi insieme al mister e allo staff e ai miei compagni di squadra, che sono eccezionali”.
Quanto è stata importante per te la presenza di un allenatore come Di Francesco?
“È una cosa molto positiva. Propone un calcio offensivo e per noi giovani è una cosa molto importante perché ci dà la libertà di esprimerci che è una cosa molto importante”.
Come ti definisci caratterialmente? E in campo?
“Sono un ragazzo introverso, ma anche molto socievole. Mi piace stare in compagnia e anche da solo. Ho vissuto da solo per molti anni. Con i compagni mi trovo moto molto bene perché ho trovato un gruppo fantastico. Mi hanno aiutato tanto ad integrarmi nello spogliatoio. Questa cosa mi rende veramente felice, perché non è mai una cosa scontata e questa cosa aiuta molto in campo perché riusciamo a capirci meglio ed una cosa molto importante. Sono un ragazzo normale di 22 anni”.
Qual è il tuo modulo e ruolo ideale?
“Negli anni ho imparato a giocare in vari ruoli. Oggi posso dire che non mi importa tanto dove gioco. Sicuramente c’è una preferenza, come tutti, però in questo momento tre metri avanti o dietro fa poca differenza. L’importante è raggiungere il nostro obiettivo”.
A Cagliari la partita della svolta: il 4-3 del Frosinone con il tuo primo gol in Serie A.
“È stata una partita importantissima perché perdevamo 3-0 e abbiamo avuto la forza di ribaltare il risultato. È rimasta nella storia perché ho visto dei record. Non era Mai successo prima di vincere la partita da 0-3 dopo il 70’. Ed è stato il mio primo gol in Serie A. Una doppia gioia”.
Cosa hai provato e come ha cambiato la tua carriera?
“Un sogno. Mio padre è stato il mio primo allenatore e fin da piccolo guardavo le partite della Serie A in televisione e giocare e segnare in questa competizione è un obiettivo raggiunto. È un punto di partenza, ma è anche una grandissima soddisfazione ed emozione per me e per la mia famiglia”.
Il tuo rapporto con Ranieri?
“Il mister mi ha insegnato molto. Era il mio prima anno in Serie A, quindi lo ringrazio tantissimo. Sono veramente grato”.
Dopo la sconfitta contro la Lazio, la quarta di fila, voleva dimettersi: cosa vi siete detti nello spogliatoio?
“Ciò che succede Nello spogliatoio resta Nello spogliatoio. Abbiamo percepito che non era la scelta giusta. Eravamo sulla strada giusta anche se non sembrava. Eravamo sempre uniti, anche nei momenti di difficoltà. Era il nostro segreto, rimanere uniti in qualsiasi momento, che poi ci ha portati all’obiettivo”.
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Commenti
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Messi il raccomandato che neanche al Como l avevano preso...poi come x magia un po di steroidi e...