
Milan e Juventus, ma quale scontro Scudetto? Il vero obiettivo è il quarto posto e Fonseca rischia grosso
- 66
MONCADA: "MAIGNAN E THEO HERNANDEZ VICINI AL RINNOVO"
Non ci si faccia ingannare dalla storia e dal blasone. Milan e Juventus sono due club condannati per status a stare in alto e, quando non ci riescono, è nell’ordine naturale delle cose che si aprano analisi approfondite, processi in certi casi, per capire i motivi per i quali l’Inter o il Napoli oggi risultino più avanti nelle proprie progettualità. Non inganni nemmeno il fatto che il Diavolo sia da un paio di stagioni a questa parte la formazione che, a livello di cartellini, investa più delle altre per gli acquisti - pur mantenendo per due stagioni consecutive il bilancio in attivo - o che la Signora sia reduce da un’estate in cui i movimenti in entrata sono stati parecchi (a cominciare dall’ingaggio di un allenatore diametralmente opposto per filosofia al suo predecessore) e onerosi. Milan e Juventus, con modalità diverse, hanno deciso di cancellare i loro passati recenti per provare ad accorciare il processo che li porti ad essere nel tempo sempre meno distanti da chi oggi detta legge in Italia. E tornare a recitare il loro vero ruolo, quello di candidate regolari a mettere le mani sulla coppa riservata ai vincitori dello Scudetto.
VLAHOVIC VS MOTTA, TUTTI I RETROSCENA
Questa sarebbe la normalità, certo, ma il calcio non è mai e mai sarà una scienza esatta e immaginare che evoluzioni e trasformazioni tanto profonde non richiedano nel tempo vuol dire vivere col fucile perennemente puntato addosso a qualcuno, per il gusto di criticare e fare interazioni. Per dirla in maniera moderna. La realtà è che Fonseca da una parte, Motta dall’altra, hanno intrapreso soltanto da pochi mesi la costruzione di una nuova mentalità, di una nuova identità; ereditando, il primo, un gruppo che ancora oggi non sembra così ben assortito per caratteristiche e “vizi” del passato per recepire le sue istruzioni, raccogliendo il secondo un gruppo in cui manca qualche tassello fondamentale - un vero playmaker e un centravanti di scorta - e nel quale si è palesato un deficit di qualità e personalità soprattutto in un reparto, il centrocampo, figlio anche di qualche scelta estiva non del tutto azzeccata (ad ora).
MILAN-JUVENTUS, LE PROBABILI FORMAZIONI E DOVE VEDERLA IN TV
Se Theo Hernandez e Rafa Leao - per non parlare di altri esponenti dell’epoca pioliana come Tomori e Thiaw - sono il termometro di una squadra capace sia di grandi exploit che di inaspettati passaggi a vuoto, se Vlahovic è ancora lontano per temperamento dai grandi bomber europei e i nuovi acquisti come Koopmeiners, Thuram e Douglas Luiz faticano ad imporsi, come si può ritenere che Milan e Juventus siano condannate già da quest’anno ad essere massimamente competitive per lo Scudetto? Non si può, ma questo non significa che la partita di San Siro sia meno importante e che perdere di vista l’obiettivo della zona Champions League sia un fatto di poco conto. Ecco, in tal senso, se domani Fonseca e i suoi giocatori fallissero l’esame, la situazione per la rincorsa dei primi quattro posti inizierebbe a farsi preoccupante. E ad insinuare dei pesanti dubbi sulla capacità della sua squadra di recuperare il tanto terreno perduto nelle precedenti settimane. In questa logica, è il Milan che oggi ha più da perdere. Perché è questa attualmente la sua dimensione e quella della Juventus. In attesa di tempi migliori.
Tutti gli AGGIORNAMENTI in TEMPO REALE! Unisciti al canale WHATSAPP DI CALCIOMERCATO.COM: clicca qui
