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Milan: che fine ha fatto van Ginkel?
Che fine ha fatto van Ginkel? Un mistero di mercato, uno dei tanti riproposti dal primo vero momento di crisi della formazione di Inzaghi, ma solamente l'ultimo di una lunga serie nelle ultime stagioni. Il centrocampista classe '92 di proprietà del Chelsea si aspettava ben altro impatto nel campionato italiano, ma un infortunio alla caviglia nel giorno del suo debutto a Empoli ha guastato i piani di un giocatore in cerca di rilancio dopo una stagione passata quasi interamente in infermeria.
UNA CORTE SPIETATA - 30 minuti, è questo lo spazio che il capitano dell'Under 21 olandese si è meritato in queste prime 10 giornate di campionato e nemmeno le enormi lacune evidenziate dagli altri giocatori schierati in mediana gli hanno concesso quell'opportunità che invece contro il Palermo è stata data a Saponara. Quello che rende difficilmente comprensibili certe scelte di Inzaghi è che van Ginkel è stato corteggiato dal club rossonero come se si trattasse del calciatore in grado di sconvolgere in positivo gli equilibri della rosa, accettando addirittura le condizioni del prestito secco che a giugno prevedono un ritorno certo del ragazzo alla corte di Mourinho e i continui tentennamenti del diretto interessato.
INZAGHI NON LO VEDE - Per chi lo ha osservato nel suo percorso di crescita con la maglia del Vitesse e con quella dell'Olanda sa che van Ginkel è un giocatore diverso dai suoi colleghi di reparto: ha gamba per fare la fase difensiva e quella offensiva con la stessa efficacia, ha personalità per prendersi le responsabilità che sono richieste a un centrocampista di spessore, eppure non gioca. Mourinho, uno che dispensa complimenti per i suoi giocatori solo quando è sicuro di trovarsi al cospetto di un talento vero, lo ha paragonato al primo Lampard, uno che con lui ha vinto tanto al Chelsea. Inzaghi invece non lo vede a prescindere e dietro queste ripetute esclusioni aleggia un sospetto. Quello secondo cui van Ginkel sia stato voluto fortemente da Galliani (più che altro perchè non è costato nulla), ma non dall'allenatore, chiamato però a proporre soluzioni nuove e coraggiose per tirare fuori il Milan dal pantano in cui si è infilato.
UNA CORTE SPIETATA - 30 minuti, è questo lo spazio che il capitano dell'Under 21 olandese si è meritato in queste prime 10 giornate di campionato e nemmeno le enormi lacune evidenziate dagli altri giocatori schierati in mediana gli hanno concesso quell'opportunità che invece contro il Palermo è stata data a Saponara. Quello che rende difficilmente comprensibili certe scelte di Inzaghi è che van Ginkel è stato corteggiato dal club rossonero come se si trattasse del calciatore in grado di sconvolgere in positivo gli equilibri della rosa, accettando addirittura le condizioni del prestito secco che a giugno prevedono un ritorno certo del ragazzo alla corte di Mourinho e i continui tentennamenti del diretto interessato.
INZAGHI NON LO VEDE - Per chi lo ha osservato nel suo percorso di crescita con la maglia del Vitesse e con quella dell'Olanda sa che van Ginkel è un giocatore diverso dai suoi colleghi di reparto: ha gamba per fare la fase difensiva e quella offensiva con la stessa efficacia, ha personalità per prendersi le responsabilità che sono richieste a un centrocampista di spessore, eppure non gioca. Mourinho, uno che dispensa complimenti per i suoi giocatori solo quando è sicuro di trovarsi al cospetto di un talento vero, lo ha paragonato al primo Lampard, uno che con lui ha vinto tanto al Chelsea. Inzaghi invece non lo vede a prescindere e dietro queste ripetute esclusioni aleggia un sospetto. Quello secondo cui van Ginkel sia stato voluto fortemente da Galliani (più che altro perchè non è costato nulla), ma non dall'allenatore, chiamato però a proporre soluzioni nuove e coraggiose per tirare fuori il Milan dal pantano in cui si è infilato.