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    Lotito: 'Ricevo minacce di morte e vivo sotto scorta. I romanisti si nascondono se perdono il derby, Sarri e Immobile...'

    Lotito: 'Ricevo minacce di morte e vivo sotto scorta. I romanisti si nascondono se perdono il derby, Sarri e Immobile...'

    Il presidente della Lazio, Claudio Lotito ha dichiarato a Radio Serie A con RDS: "Ricevo molte chiamate con minacce di morte, mi capita di riceverne anche 300 al giorno. Più fanno così, più cerco di far valere l'ideale del rispetto. Una persona normale probabilmente si spaventerebbe, io invece vado avanti sapendo cosa ho fatto per il calcio. Ad oggi ricevo chiamate minatorie anche verso le squadre avversarie della Lazio. Serve una cultura basata sui valori sportivi, ma negli ultimi anni questa cosa si è persa. Vivo sotto scorta; questo limita la mia privacy, ma serve per tutelarmi. Io sono abituato ad adattarmi alle varie situazioni". 

    LAZIO - "Sono tifoso della Lazio da quando avevo 5 anni. Mi venne proposta questa sfida da Silvio Berlusconi, persona che stimavo molto perché aveva la capacità di capire le cose come si sarebbero svolte nel tempo. Io avevo un rapporto amicale con lui, che all'epoca era Presidente del Consiglio. Mi chiamò per chiedermi di cercare di salvare la Lazio. Nel 2004 il bilancio della Lazio era in rosso, aveva molti debiti. Io con il mio carattere l'ho considerata come una sfida al limite e Berlusconi decise di impegnarmi per trovare una soluzione a quello che all’epoca era diventato un problema di ordine pubblico. Trovai subito un mondo fuori dalla normalità, venivano pagate persone che generavano debito, e io che venivo dall’imprenditoria affrontavo la cosa nel modo contrario: premiavo chi produceva reddito. Sarebbe stato per me più facile acquisire la Lazio in fase fallimentare, come hanno fatto con altre squadre. Io invece mi sono fatto carico dei debiti, anche con l’Agenzia delle Entrate. Con il fisco avevo circa 180 milioni di debito. Io applicai una legge dello Stato che era una legge già esistente e non creata apposta per me come venne detto; la legge a cui faccio riferimento è la legge dal 2002. Mancano 4 anni, e nel 2027 avrò finito di pagare; ci tengo a sottolineare che sono l’unico contribuente in Italia che ha sempre pagato ogni rata in anticipo, perché lo ritengo giusto: sono soldi della collettività. Sono stato uno dei primi che ha cercato di coniugare i risultati positivi con una sana gestione. Ad oggi la Lazio è una delle società più solide, con un patrimonio immobiliare e un patrimonio giocatori di tutto rispetto. La Lazio ha acquisito credibilità in ambito nazionale ed internazionale. Non ho mai fatti affari con questo club, anzi ci ho rimesso molto. Quando entrai, in termini di lire, misi circa 50 miliardi per prendere il 21%. In sostanza in totale ho messo 75 milioni di euro, contro i 550 milioni di debiti che dovetti gestire. Ho investito molto anche a livello infrastrutturale, rendendola forte perché voglio tramandarla, voglio che mio figlio, laziale e appassionato, prosegua questo percorso. Dopo Lotito, ci sarà Lotito? Sì, Enrico è già entrato nel sistema, si occupa del settore giovanile, lavorando alacremente e con dedizione". 

    IMMOBILE - "E' il nostro capitano, c’è un rapporto oserei dire famigliare con lui, da parte mia e della società che rappresento non c'è nessun intendimento di alienarlo. Quando ho letto queste considerazioni, son rimasto perplesso conoscendo la persona che ha senso della famiglia, senso di appartenenza. Che lui possa andare in Arabia per me è una sorpresa. È in atto un contratto con lui, quindi bisognerebbe anche trovare un accordo con la società. Il famoso 'pagare moneta, vedere cammello'? Ah vedo che lo ricordate... Per lui nutro un affetto particolare, poi purtroppo nel calcio capitano momenti non altamente positivi. Lui è un ragazzo con sani valori e principi e sono convinto che tornerà ad essere quello che è sempre stato". 

    LUIS ALBERTO - "Ha un carattere molto particolare e lui ne è conscio; in questo momento ha una posizione collaborativa. Quando è andato via Milinkovic, Luis Alberto aveva ricevuto una proposta dall’Arabia; io ho ritenuto che potesse in qualche modo incarnare lo spirito dello spogliatoio ed è rimasto. Nella graduatoria interna è diventato secondo subito dopo Immobile ed è un riferimento per il gruppo. Ci mette determinazione, passione e sacrificio". 

    FELIPE ANDERSON - "Lui è un ragazzo d’oro, con il quale ho un’affinità elettiva, c’è un bel rapporto e da parte mia e della società c’è totale disponibilità nel rinnovare il contratto al ragazzo". 

    SARRI - "E' un grande insegnante di calcio, una persona particolare, un integralista che però con me va d'accordo. Non abbiamo mai litigato. Semmai abbiamo avuto confronti dialettici, alcuni magari accesi. Penso che abbia stima e considerazione della mia persona e questo lo espresse in un'intervista che mi colpì per le parole utilizzate. Di fronte ad alcune situazioni, chi aveva ragione? Ai posteri l'ardua sentenza. In estate chiedeva Ricci e Berardi e ho tentato di raggiungere questi obiettivi, ma ho ricevuto richieste fuori da ogni logica non solo per la portata economica, piuttosto per il valore del giocatore in relazione dell'età. Abbiamo preso Rovella e non penso che sia inferiore, così come non credo che chi è arrivato sia inferiore a Zielinski che, peraltro, resta sul mercato. Non mi pare che abbia tutti questi compratori. Berardi lo stesso, lo vedo ancora lì. Il percorso è un po' più lungo e lo capisco, Sarri dovrà impegnarsi per valorizzare i giocatori e lo sa fare. Sa insegnare. Ha vinto contro le più forti e perso con le più deboli, per questo i rimproveri sono sulla mentalità". 

    DERBY - "Vivo le partite con un’apparente serenità, il mio tumulto è interiore, lo so controllare. Il derby per noi è un campionato nel campionato. È un appuntamento importante e spero che la squadra trovi la compattezza e la forza di esprimersi al 100% per dare grandi soddisfazioni ai tifosi che meritano un comportamento all’insegna del sacrificio, della determinazione e del risultato. E' un campionato nel campionato, il suo risultato condiziona l'andamento successivo. L'anno scorso due grandi risultati che hanno creato un trasporto da parte della tifoseria verso la squadra molto importante. Quello a cui sono più legato? Finale di Coppa Italia del 26 maggio 2013. Un evento particolarissimo, in città si vive e si soffre. L'altra fazione è più portata a enfatizzare, è più caciarona, ma se non raggiunge l'obiettivo si nasconde e sparisce. I laziali invece sembra, sottolineo sembra, che preferiscano soffrire in silenzio". 

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